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Marotta: «Quando chiamai Inzaghi per ingaggiarlo, era a cena con Lotito. Era chiaramente imbarazzato»

A Dazn: «Prima ci fu un contatto con Allegri. L’arrivo di Ronaldo alla Juve? È leggenda che mi sia opposto. Futuro? Mi piacerebbe un’attività politica-sportiva» 

Marotta: «Quando chiamai Inzaghi per ingaggiarlo, era a cena con Lotito. Era chiaramente imbarazzato»
Db Torino 27/01/2019 - campionato di calcio serie A / Torino-Inter / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Giuseppe Marotta

L’amministratore delegato dell’Inter, Giuseppe Marotta, si è raccontato a Dazn nel format “Marotta Masterclass”,
da oggi sarà disponibile sulla piattaforma di streaming. La Gazzetta dello Sport riporta alcuni degli aneddoti che ha rivelato sia in merito ai nerazzurri che al suo passato. A partire dalla scelta del tecnico dell’Inter dopo l’addio di Antonio Conte, al termine della scorsa stagione. Marotta ha rivelato di aver avuto un contatto con Allegri, prima che con Inzaghi.

«Prima di prendere Inzaghi, c’è stato un contatto con Allegri. Non immaginavamo che ci fosse la disponibilità di Simone a venire, mentre Max era libero e rappresentava sicuramente un profilo interessante, quindi ci abbiamo parlato».

Poi la dirigenza Inter scoprì che Inzaghi non aveva ancora firmato il contratto di rinnovo con la Lazio di Lotito e tentò il colpo. Quando Marotta lo chiamò, Inzaghi era a cena con il patron biancoceleste.

«L’abbiamo chiamato non sapendo che era a cena con Lotito e Simone chiaramente era un po’ imbarazzato. Devo dire che in questo caso la tempestività e l’intuizione da parte di Piero Ausilio e mia sono state decisive per fargli sottoscrivere un accordo in maniera rapida, ma nel rispetto di Lotito. Quando un allenatore o un giocatore sta troppi anni in una squadra, come nel caso di Inzaghi alla Lazio, è giusto che provi un’esperienza diversa, un’esperienza di crescita».

Marotta parla anche di Cristiano Ronaldo. Dichiara che sia una falsità che si fosse opposto all’arrivo del portoghese alla Juventus.

«L’arrivo di Ronaldo alla Juve? È veramente leggenda che ci siano stati dei contrasti su questa operazione o che mi sia opposto».

Sul suo futuro:

«Ho ricevuto molto nella mia prima fase della mia vita calcistica, quando sono partito dal basso. Adesso è giusto che anch’io dia qualcosa agli altri. I sogni li ho sempre, e anche non si riescono a raggiungere, bisogna avere la forza e la capacità di crearsene dei nuovi. Penso di essere quasi vicino ad aver dato tutto nel ruolo dirigenziale, per cui la prossima esperienza che mi piacerebbe fare, ma qui c’è ancora del tempo che ci separa, è quella di una mia attività politica-sportiva. Voglio dare un contributo di crescita al nostro movimento sportivo, e principalmente a quello calcistico, perché secondo me purtroppo in Italia lo sport è ancora poco apprezzato e considerato».

 

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