La Gazzetta inserisce anche Spalletti tra i lamentosi: “il suo è un impenetrabile vittimismo”
Da Gasperini a Sarri, fino a Mazzarri, Allegri e Mourinho. I meno propensi all'alibi sono i più giovani e i più pacati sono i “milanesi” Inzaghi e Pioli

Mg Torino 07/12/2018 - campionato di calcio serie A / Juventus-Inter / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti-Massimiliano Allegri
Sulla Gazzetta dello Sport, in risposta a una lettera sulle eccessive lamentazioni di Gasperini, Franco Arturi scrive dell’in inclinazione degli allenatori di Serie A alla recriminazione. Da Gasperini a Sarri, per Mazzarri, Allegri, Mourinho, fino a Spalletti.
“Sono molti gli allenatori che intendono la comunicazione come lamentazione, anche in epoca di Var, che ha abbattuto drasticamente le manie di complottismo”.
Di Sarri scrive
“sembra che le sue squadre siano prese di mira da un grande piano oscuro. Il simpatico tecnico laziale è anche un esempio di uno strabismo tipico di tanti suoi colleghi: nel giudizio su una partita i meriti degli avversari e le situazioni di rischio dei suoi tendono a scomparire come per incanto”.
Il numero, secondo lui, è Mourinho, rispetto al quale “tutti sono dilettanti”. Ce n’è anche per Spalletti.
“Quanto a Spalletti, il più bravo con immagini e parole (complimenti), spesso finisce per infilarsi in un impenetrabile vittimismo, convincendosi di dover lottare contro un ambiente ostile”.
Gli unici che non recriminano, sono i nuovi tecnici, “poco propensi alla cultura dell’alibi arbitrale”. Arturi li cita: Italiano, Dionisi, De Zerbi, Andreazzoli. Ma i migliori restano gli allenatori in lotta per lo scudetto, Pioli e Inzaghi.
“La loro pacatezza su questi temi alla lunga produce punti. Sono un passo avanti, e non solo in classifica”.