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I tifosi del Liverpool fischiano l’inno inglese, e il Governo se la prende con Klopp che li difende

C’è un motivo storico: risale agli anni ’80, e al risentimento anti-establishment contro il governo Tory di Margaret Thatcher, sulla scia del disastro di Hillsborough

I tifosi del Liverpool fischiano l’inno inglese, e il Governo se la prende con Klopp che li difende
Madrid (Spagna) 01/06/2019 - finale Champions League / Tottenham-Liverpool / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Jurgen Klopp

Non è la prima volta che i tifosi del Liverpool fischiano l’inno inglese. L’hanno rifatto alla finale di FA Cup. Klopp ha ricordato che c’è un motivo, se accade. E Downing Street l’ha presa malissimo.

Klopp ha difeso i tifosi definendoli “persone meravigliose” dopo che i parlamentari inglesi avevano preso a criticare duramente quella parte di spettatori che aveva deriso il duca di Cambridge prima del calcio d’inizio a Wembley, e poi fischiato l’inno: “So che la nostra gente non lo farebbe a meno che non ci sia una ragione per questo…”, ha detto.

Al portavoce ufficiale del Primo Ministro è stato chiesto se Klopp avesse ragione. “No”, è stata la risposta secca. E’ stato “un vero peccato”, ha aggiunto.

I fischi sono partiti quando il principe William, che è il presidente della Federcalcio, è stato presentato ai tifosi durante il prepartita della BBC.

Klopp, dopo, ha spiegato: “Conosco la nostra gente, non lo farebbero se non ci fosse motivo. Non sono qui abbastanza a lungo per capirne il motivo, è sicuramente qualcosa di storico”.

E il motivo “storico” c’è, effettivamente. Risale agli anni ’80, e al risentimento anti-establishment contro il governo Tory di Margaret Thatcher, sulla scia del disastro di Hillsborough. Lo spiegò molto bene qualche tempo da sull’Independent Tony Evans, ex giornalista del Times:

«Margaret Thatcher era desiderosa di creare “nemici interni” e inserì i tifosi di calcio in questa categoria. Fu un errore. La maggior parte degli appassionati di calcio amano la propria nazione. I tifosi del Liverpool sono insoliti. Potrebbe valere la pena scoprire perché. La politica è radicata nella cultura del club. L’uomo che ha trasformato il Liverpool FC da una provincia arretrata in una potenza continentale, ha visto nel gioco qualcosa di più grande dello sport. Da adolescente, Bill Shankly era un minatore e ha portato in campo l’ethos dei pozzi. “Il socialismo in cui credo è che tutti lavorano l’uno per l’altro, ciascuno ha una parte dei premi – disse -. È il modo in cui vedo il calcio, il modo in cui vedo la vita».

«Parole che significano qualcosa nel Merseyside, dove in tanti si sentono ancora escluse dai benefici che questo Paese offre. Dopotutto, non è stato molto tempo fa che un gabinetto conservatore ha discusso del “managed decline” che ha costretto molti residenti ad abbandonare la loro terra. Affamandoli». 

«A Hillsborough nel 1989 96 persone sono state uccise illegalmente in una partita di calcio dopo una serie di errori da parte delle autorità e che per anni la colpa è stata scaricata sui tifosi. Dopo 40 anni, le famiglie dei morti stanno ancora combattendo per avere giustizia. La città è diversa. Molti dei suoi residenti non si considerano inglesi. C’è una ragione. Liverpool è una città di immigrati – ha le più antiche comunità africane e cinesi della Gran Bretagna e il porto ha attratto persone da tutto il mondo. L’influenza più riconoscibile è quella irlandese. La carestia di patate ebbe un impatto enorme sul Merseyside. Gli irlandesi, espropriati e affamati, arrivarono dal mare a metà del XIX secolo e divennero la comunità dominante. Hanno subito la stessa retorica anti-immigrazione che abbiamo visto negli ultimi anni (nonostante all’epoca l’Irlanda facesse parte del Regno Unito). Per decenni molti inglesi non hanno considerato gli abitanti di Liverpool loro connazionali».

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