Passiamo interi campionati a discettare del bel gioco di Atalanta, Sassuolo, Fiorentina. Ma poi dove finiscono? Conta l’arrosto non il fumo
Su Il Giornale, Riccardo Signori parla del calcio spettacolo e del malinteso che ha creato nell’interpretazione della grandezza delle squadre. Parte da Manchester City e Real Madrid per arrivare alle squadre italiane.
“Il bravo Arrigo Sacchi forse ha fatto danni a sua insaputa nel tempo che fu: recitava sul gioco di squadra, ma gli uomini erano di assoluto valore. E sapevano difendere. Il tutto portava risultati. Oggi, invece, passiamo interi campionati a discettare sul bel gioco dell’Atalanta, del Sassuolo, mettiamoci Fiorentina e altre. Ma poi dove finiscono? Dietro le vincenti: nel calcio di contorno. Quando fra i professionisti, soprattutto, conta l’arrosto non il fumo”.
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“Cosa farne delle meraviglie bergamasche, se il massimo godimento arriva alla qualificazione Champions e mai ad un trofeo da bacheca? Che fare della bellezza estetica del Sassuolo se i migliori giocatori si perdono appena il livello (anche in nazionale) si alza? Bel calcio, ma quello di Inter, Milan, Juve ha diverso orizzonte: vinci o non ci capiamo più. La pressione è altra. Meglio giocar male e vincere. Se giochi bene e svapori, svapora pure l’interesse per il pallone. Ciao a stadi affollati e audience tv. Il Napoli di Maradona e Careca non mostrava un gran calcio, ma è rimasto nella storia”.