Agli azzurri contestata solo la violazione dell’articolo 31 comma 1, ossia «fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali o i comportamenti diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica».
Ha riaperto l’ufficio deferimenti della Procura Figc, ne abbiamo scritto ieri. E in poche ore il Napoli, dopo la denuncia per la questione quarantene in Juve-Napoli, è stato rinviato a giudizio al termine dell’inchiesta sulle plusvalenze, assieme ad altri dieci club. Ne scrive l’edizione odierna del Corriere del Mezzogiorno, che spiega che la motivazione è da individuare nell’«aver contabilizzato nelle relazioni finanziarie plusvalenze e diritti alle prestazioni dei calciatori per valori eccedenti quelli consentiti dai principi contabili in misura tale da incidere significativamente». Cosa rischiano gli azzurri?
Il Napoli, secondo le norme, non dovrebbe rischiare se non un ammenda con diffida, venendo contestata solo la violazione dell’articolo 31 comma 1, ossia «fornire informazioni mendaci, reticenti o parziali o i comportamenti diretti a eludere la normativa federale in materia gestionale ed economica».