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Ahinoi Krol ne sa qualcosa di scudetti perduti nelle ultime giornate e al San Paolo

Il Napoli era primo con Juve e Roma a 5 giornate dal termine. Aveva due partite di fila in casa: perse col retrocesso Perugia e pareggiò con la Fiorentina

Ahinoi Krol ne sa qualcosa di scudetti perduti nelle ultime giornate e al San Paolo

Oggi la Gazzetta dello Sport pubblica una bella intervista a Rudy Krol. L’olandese parla da tifoso, dice addirittura (noi non gli crediamo) che “nonostante tutto quello che ho vinto con l’Ajax mi sono divertito di più con il Napoli”. Si mostra comprensibilmente preoccupato per il calo della squadra di Spalletti, dichiara: “da uomo di calcio ho visto cose che non mi sono piaciute” e afferma: “quando hai un obiettivo così importante e lo senti vicino, le forze dovrebbero moltiplicarsi. Non ho visto una squadra correre unita verso l’obiettivo. Ci sono momenti in cui si può andare in difficoltà in campo, ma bisogna aiutarsi. E poi non ho visto personalità”.

Quel che ci sorprende è che Krol fu protagonista di uno scudetto perso in modo analogo. Se possiamo dire, in modo decisamente più autolesionistico. Parliamo del campionato 80-81 vinto allo sprint dalla Juventus sulla Roma grazie anche e soprattutto al famoso gol di Turone (annullato).

A inizio torneo, proprio come con il Napoli di Spalletti, quella squadra allenata da Marchesi non era considerata tra le favorite del campionato. Eppure, grazie proprio a Krol, a Castellini, a Marangon, a Guidetti, a Musella (ma c’erano anche Bruscolotti, Ferrario e altri) si ritrovò a cinque giornate dal termine in testa al campionato. Roma Napoli e Juventus a 35 punti. E il Napoli aveva di gran lunga il calendario migliore: tre partite in casa e due fuori. Tre partite in casa di cui due consecutive, proprio come quest’anno. Ma erano partite nettamente più facili. Contro il già retrocesso Perugia e contro la Fiorentina. Poi, ci attendeva la trasferta di Como, lo scontro diretto in casa contro la Juventus e infine la trasferta a Udine. In quelle cinque partite il Napoli di Krol finì per totalizzare la miseria di tre punti.

Lo scudetto fu perduto subito, alla prima in casa, contro il già retrocesso Perugia. Ci sarebbe da scrivere un adattamento teatrale di quella partita. Al primo minuto autorete di Ferrario che si improvvisa Gigi Riva e in spaccata batte Castellini. Dopodiché 89 minuti di infruttuosi attacchi con occasioni tragicomiche nell’area piccola umbra e le prodezze del portiere Malizia. Proprio come quest’anno, il Napoli di Krol fallì anche la seconda partita consecutiva al San Paolo. Ci volle un rigore di Guidetti per pareggiare il gol di Sacchetti. La speranza si riaccese a Como dove il Napoli vinse all’ultimo minuto con un gol del giovane Palo che diede vita a un intervento radiofonico surreale a Tutto il Calcio minuto per minuto: “Ha segnato il Napoli, Palo”. Vittoria che ridiede agli azzurri la speranza di giocarsi tutto nel big match al San Paolo contro la Juventus. Il Napoli combinò poco e niente, come in tutte le cinque partite decisive e perse con un altro autogol, stavolta di Guidetti. A Udine la sconfitta finale.

Anche quel Napoli, ahinoi, non corse compatto verso l’obiettivo. Si disunì, e non poco. Quarant’anni prima che Sorrentino girasse “La mano di Dio”

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