A The Guardian: «I giocatori mi hanno aiutato ad uscire dalla situazione. Ho parlato con l’arbitro e da allora tutti sono stati di grande supporto».
The Guardian intervista il difensore del Milan, Fikayo Tomori. Parla della differenza tra calcio italiano e calcio inglese.
«In Inghilterra è più come il basket. Tutto è end-to-end, c’è più intensità, accade tutto in modo molto più reattivo. In Italia è più come il football americano. È come se avessi un ruolo. Quando la palla è qui, devo essere qui. Quando la palla va, so che devo essere due metri più in là in quella direzione, o cercare questo giocatore in particolare. In Inghilterra è molto improvvisato e le cose accadono così velocemente. Puoi attaccare un minuto e quello dopo la palla viene girata sopra la tua testa e devi correre indietro di 30 yarde, quindi sei di nuovo all’attacco. Qui è più come se fosse: ‘Ok, la palla è lì, dov’è il mio compagno di squadra? Dov’è l’opposizione?’ Se la palla va in alto devo essere in una posizione in cui posso lasciare l’attaccante e arrivarci, ma se la palla va in basso sono in una posizione per andare a premere».
In Italia si trova molto bene, secondo sua sorella è cambiato da quando è al Milan.
«Mi ha detto: “Sembri solo molto più calmo, molto più sorridente”. Penso che probabilmente è così che è l’Italia. Tutto è un po’ più freddo. In Inghilterra, tutto è così frettoloso e frenetico. In Italia camminano tutti un po’ più lenti. Tutto è solo un po’ più calmo».
Tomori parla anche di quanto accaduto durante Cagliari-Milan, con i cori razzisti contro lui e Mike Maignan.
«Ovviamente non è stato un buon momento. Ma tutti i giocatori mi hanno aiutato ad uscire dalla situazione. Tutti sapevano cosa stava succedendo. Ho parlato con l’arbitro e da allora tutti sono stati di grande supporto e hanno cercato di darmi più sostegno possibile, il che è stato fantastico. I passi per cercare di fermare tutto questo è ciò che dobbiamo fare dopo. È stato un momento triste per me e anche per Mike, ma il club è stato di grande supporto e ha reagito molto rapidamente».
Continua parlando del razzismo che viaggia sui social.
«Le persone per offenderti creano un account falso, sanno di poter dire quelle cose senza subire conseguenze, si sentono intoccabili. Le società di social media dovrebbero essere in grado di fare di più per ridurre tutto questo».