Il secondo cartellino giallo è la conferma che l’Italia calcistica è un mondo a parte. Poi nelle coppe ci troviamo a disagio
La classe arbitrale italiana è in continuo aggiornamento, da sempre dà l’idea di muoversi come un sol uomo, al passo coi tempi. È persino vero se pensiamo che il Var è stato sperimentato in Serie A. In settimana si è discusso tanto del primo gol del Real Madrid, del presunto fallo di Benzema ai danni di Donnarumma. Buffon e Zoff lo hanno detto chiaramente: “in Europa non è mai fallo” e “è stato tratto in inganno dal fatto che in Italia avrebbero fischiato il fallo”. Siamo stati facili profeti scrivendo che calcisticamente l’Italia è orgogliosa di non entrare in Europa.
Oggi a Salerno l’arbitro Massimi – nouvelle vague, 33 anni – ha reso tutto più chiaro, senza bisogno di approfondire con esercizi retorici. In due minuti, nel corso di Salernitana-Sassuolo, ha espulso Raspadori che pure ci ha dato l’opportunità di apprezzarlo in una insolita quanto evidente manifestazione di scarsa intelligenza. Sul primo giallo, si rende protagonista di una inutile entrata da dietro a metà campo, dopodiché allontana il pallone col piede mostrando un inspiegabile nervosismo. E probabilmente sta qui l’origine dell’espulsione. Due minuti dopo, Raspadori commette un fallo del tutto normale a centrocampo, con un’entrata che in qualche modo ci ha ricordato quella di Zola a Usa 94 in Italia-Nigeria quando venne incredibilmente espulso dall’arbitro egiziano Arturo Brizio Carter. Zola neanche toccò il nigeriano. Raspadori finisce su Radovanovic ma evidentemente non ha intenzione di far male all’avversario che infatti dopo una sceneggiata iniziale, a espulsione ottenuta, si rialza tranquillo e felice.
