Sulla Gazzetta il profilo del direttore di gara. Impiegato in un’azienda finanziaria, in Serie A ha diretto 9 gare. Gasperini se lo ricorda bene
La Gazzetta dello Sport traccia un ritratto di Marco Serra, l’arbitro 39enne della sezione di Torino che ieri ha arbitrato, in modo disastroso, Milan-Spezia, con un errore grave che ha sfavorito nettamente i rossoneri.
In Serie A era arrivato per la prima volta il 2 dicembre 2018, in occasione di Frosinone-Cagliari, ma questa è la prima stagione in cui arbitra in pianta stabile il massimo campionato. Finora, in Serie A, ha diretto 9 partite.
“Poco da segnalare, se non qualche errore in Napoli-Bologna di questa stagione, con il secondo rigore ai partenopei generoso”.
Di certo, ricorda la rosea, il tecnico dell’Atalanta, Gian Piero Gasperini si ricorda bene chi è Serra: l’arbitro lo espulse durante Atalanta-Sassuolo del giugno 2020, per aver polemizzato durante l’ennesima revisione al Var di un episodio quando l’Atalanta era in vantaggio per 4-0.
Serra è impiegato in un’azienda che opera in ambito finanziario. È un calciatore mancato, come ha raccontato lui stesso a Tuttoarbitri.it prima di arrivare in Serie A.
«Ho fatto per anni il calciatore. Ma col passare del tempo la passione scemava sempre più. Smisi. Un giorno mio zio mi disse: “Ma perché non provi a fare l’arbitro?”. Provai… ed era più bello che giocare!».
In quella intervista indicò anche la partita che fino a quel momento lo aveva emozionato di più, in Serie C.
«La partita che ho nel cuore? Nardò-Bisceglie: 4-4 risultato finale, due rigori, tre espulsi e 2500 spettatori sugli spalti. Non ero abituato… emozione pura!».
Ieri, a San Siro, ce n’erano 5000.