Alla Gazzetta l’ex allenatore amico di Allegri: «ci sono troppi giocatori non da Juve. Chiesa a volte è devastante, altre volte fa confusione, con 50-60 milioni può partire. Max non si è pentito»
La Gazzetta intervista Galeone grande amico di Allegri e come al solito lui non le manda a dire:
Bisognerebbe fare lo stesso lavoro svolto da Marotta quando arrivò Allegri a Torino la prima volta. Furono acquistati grandi campioni come Khedira, Mandzukic, poi Dani Alves. E altri ancora. Solo che adesso Marotta non c’è più e i nuovi dirigenti vanno guidati da Max, perché dal punto di vista calcistico non hanno la stessa esperienza e competenza di Marotta.
«Quello che sta succedendo non è colpa di Dybala, però lui non è un leader e non ha fatto il salto di qualità che ci si aspettava: questione mentale e anche fisica, ha avuto tanti infortuni. Dal numero 10 della Juve si pretende di più. Pensi a Platini o a Del Piero. Sicuramente giocare in una squadra scarsa tecnicamente non lo aiuta. Dybala potrebbe essere prezioso dietro alla punta nel 4-2-3-1. Negli altri sistemi di gioco è difficile collocarlo. Con Sarri ha fatto un grande campionato, con Pirlo no. Adesso non so quanto si possa puntare su di lui.
E anche Chiesa secondo me può partire se ti danno 50-60milioni: a volte è devastante, altre volte fa confusione. Mandzukic offriva un rendimento costante e alto in ogni partita della stagione. La rosa, tra l’altro, è stata costruita male: ci sono troppi giocatori di fascia destra, ad esempio. E sono buoni, ma non da Juve».
Allegri si è mai chiesto chi gliel’ha fatto fare?
«No, mai. E mai lo farà. Lui è sempre bello tranquillo. E poi si diverte nelle situazioni difficili».