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Briatore assolto: «I magistrati non cercano la verità, vogliono condannarti perché sei famoso»

Era a processo per evasione fiscale legata al suo yacht. Si sfoga su Repubblica: «L’Italia non perdona chi ha successo. Una causa lunga 12 anni è già di per sé una condanna»

Briatore assolto: «I magistrati non cercano la verità, vogliono condannarti perché sei famoso»
Upi - archivio team mondiale F1 / Renault Benetton / foto UPI/Masterphoto/Image Sport nella foto: Flavio Briatore-Bernie Ecclestone ONLY ITALY

La notizia è che Flavio Briatore è stato assolto, dopo appena 12 anni, dalla corte d’appello di Genova “perché il fatto non costituisce reato”, nel processo sulla vicenda dello yacht Force Blue. Briatore era a processo per una evasione fiscale di oltre 3 milioni sull’Iva e per l’attività di charter.

L’imprenditore si è sfogato questa mattina sulle pagine di Repubblica

«Io credo che ci sia stato un accanimento, sì. Tutto questo è successo perché mi chiamo Flavio Briatore. Gli stessi documenti in base ai quali siamo stati dichiarati innocenti ieri ce li avevano anche i pm che allora ci sbarcarono e ci accusarono. Perché li hanno valutati diversamente?»

Insomma, la sua notorietà ha significato molto

«Perché i pm in Italia non cercano la verità: ti vogliono condannare e basta. E più sei famoso e più ti vogliono condannare. Siamo sinceri: questo per il tribunale di Genova era il processo del secolo. Quando gli ricapita! Ci hanno campato dodici anni».

Briatore è sollevato, ma molto amareggiato per come si è svolta la vicenda e per come è stato umiliato e punito

«Perché l’Italia non perdona chi ha successo»

Oggi giustizia è fatta, ma ci sono voluti ben 12 anni

«C’è anche una riflessione sulla giustizia da fare. Oggi potremmo dire che la giustizia ha trionfato. Ma siamo sicuri che 12 anni di come quelli che ho subito non siano in realtà una condanna già scontata? Siamo sicuri di poter chiamare giustizia un sistema di norme e persone che obbliga un innocente a convivere con un incubo per 12 anni? Io sono un imprenditore e sono stato messo in black list dalle banche. Se non avessi avuto le spalle larghe sarei morto».

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