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Spalletti: «Questo Napoli ha un’anima kennediana, ognuno chiede cosa può fare per la squadra»

A Radio Kiss Kiss Napoli: «Anguissa, Insigne e Lozano saranno convocati. Domani saranno 500 panchine in Serie A? Pensavo di più, comunque punto alla 1000, fino ad allora non smetto».

Spalletti: «Questo Napoli ha un’anima kennediana, ognuno chiede cosa può fare per la squadra»
Db Genova 29/08/2021 - campionato di calcio serie A / Genoa-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luciano Spalletti

L’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti, intervistato da Radio Kiss Kiss Napoli. Domani la squadra incontra l’Empoli in campionato.

Una sfida importante quella di domani. Cosa ci darà?

«Dalla radiografia dell’anima ne esce fuori un’anima kennediana, ognuno chiede cosa può fare per il Napoli, una disponibilità che ci permette di esprimere il valore totale di questa rosa, tutti quelli che sono chiamati in causa fanno del loro meglio, attraverso questo si acchiappa il meglio».

«Tutti hanno disponibilità a dividersi i ruoli, a prendere in carico responsabilità che spetterebbero ad altri, durante la partita, a dividersi il minutaggio. Con le cinque sostituzioni diventa fondamentale essere titolari nel primo tempo e nell’ultima mezzora. Chi entra sa dare il colpo di grazia sul finale di partita. Anche questo fa parte dell’avere una squadra intelligente e ragazzi con cui si può dialogare».

Contro il Leicester l’apporto del pubblico è stato importante.

«Grazie per questa domanda, perché giovedì mi ero dimenticato di dirlo, li ho chiamati in causa alla fine della partita e loro hanno partecipato in modo totale dandoci la spinta nel recupero. I nostri tifosi percepiscono la totale dedizione verso la maglia, adesso si fidano, e tolgono ogni freno alla loro passione per il Napoli. Un supporto che ha un peso determinante, con loro al nostro fianco siamo più forti. La nostra metà campo è più ampia».

Si può andare lontano in Europa League?

«Il nostro cammino in Europa avremmo voluto evitare le più forti e anche loro forse avrebbero evitato noi con piacere, ma giocare contro i top club europei è sempre un’opportunità di crescita per una squadra che ha le ambizioni della nostra. Da questi club c’è da imparare, tanto poi le partite per andare avanti bisogna vincerle, perciò incontrarle ora o dopo fa poca differenza»

Sull’Empoli.

«L’errore più grande che potremmo fare è dire ‘c’è anche l’Empoli’. Non è la partita tra il Leicester e il Milan. Si tratta di una squadra in forma, con una classifica che gli permette di giocarsela con spensieratezza, non bisogna sottovalutarla, anche per il calcio che sta proponendo. Per vincere dovremo esibire una prestazione top, al massimo delle nostre possibilità. All’Empoli vanno fatti i complimenti per come gestisce la squadra da anni, in una città piccola, nella massima categoria, il presidente Corsi ha dato un’identità a questa società, e un’identità l’ha anche la squadra sul campo»

«Empoli per me è casa, ho mia madre lì, con Andreazzoli ho imparato molte cose, era un mio collaboratore, anche ora imparo molto dai miei collaboratori, perché loro vedono le cose con occhi esterni, senza essere sotto le tensioni quotidiane. Andreazzoli ho potuto apprezzare la sua qualità quando l’ho portato con me come collaboratore, anche come ha giocato la Roma nel suo periodo. Basta vedere cosa fa l’Empoli per capire quanto è capace e organizzato, una persona intelligente».

La situazione infortunati?

«Ho finito l’allenamento mezzora fa, dobbiamo ancora fare le convocazioni, ma Insigne, Anguissa e Lozano saranno convocati. Non chiedetemi quanto giocheranno. La prossima settimana l’avremo tutta a disposizione, averli a disposizione da domani ci consentirà di metterli a posto per la prossima partita»

Domani 500 panchine in serie a

«Così poche? Strano, sono stato più in campo che a casa! Comunque punto alla 1000, fino ad allora non smetto».

De Laurentiis ieri ha detto che lei è l’allenatore migliore che ha avuto.

«Ringrazio il presidente per le belle parole, è un presidente che ha vissuto nel calcio, se lo dice fa piacere, mi mette quasi in difficoltà. Ha dato la panchina ad allenatori importanti e ha portato calciatori di livello a Napoli. Poi ogni stagione ha la sua storia, che determina risultati e giudizi. Le sue parole spingono ulteriormente la squadra a lavorare duro. La giusta conta delle pecore, però, sarà quella di maggio»

Sul ricorso respinto:

«Sì, sono un po’ deluso. Si fanno riunioni dove si invoca il dialogo e collaborazione tra uomini di campo e arbitri, istituzioni, ma poi basta una situazione come questa per capire che è difficile avere un confronto. Ho ammesso di avere avuto un comportamento in quel momento poco opportuno, anche se non così eccessivo da meritare due giornate. Dentro le 500 partite io 2 giornate non le ho mai ricevute, ero fiducioso del confronto diretto per riportare nei termini giusti quanto accaduto sul campo dopo aver scontato già un turno con l’Atalanta. La mia carriera quasi immacolata dal punto di vista disciplinare non è bastata per acquisire credibilità e trasparenza. Questa collaborazione tanto chiacchierata evidentemente rimane difficile. Accetto con il massimo rispetto ma questa volta sono amareggiato»

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