Alla fine ci ha pensato il karma, cioè Ronaldo, a punirli: il Manchester United vince 3-2 e azzera anche le polemiche
David De Gea è sdraiato a terra, a pochi passi dalla sua linea di porta, che si tiene dolorante la caviglia. Intanto l’azione dell’Arsenal volteggia ai margini dell’aria di rigore del Manchester United. Il risultato è 0-0. La palla gira fino Emile Smith Rowe, che non alza nemmeno la testa prima di tirare, e tira. La porta è sguarnita, di fatto. E’ gol. Si fermano tutti. L’arbitro Martin Atkinson annulla, ma viene richiamato dal Var: al replay infatti nota che non c’è stato fallo su De Gea, il portiere è caduto male sui piedi di un compagno. Quindi il gol è valido. E l’Arsenal se lo prende. Senza battere ciglio. Niente fair play, niente rete ricambiata. Niente.
“L’ultima volta che l’ho visto una cosa del genere avevo 11 anni e il mio portiere era andato a mangiarsi un panino”, ha detto Thierry Henry nello studio di Amazon.
Polemiche successive, un po’. L’Arsenal doveva ridare il gol al Manchester? Sì, no, forse. Per Alan Shearer “De Gea è in piedi un minuto dopo, camminando, non zoppica, penso che colpi così li prenda ogni partita. Io non avrei ridato il gol”.
La regola in fondo è chiara: non c’è fallo, nessun motivo per interrompere il gioco, anche se il portiere era a terra, e quindi nessun motivo per annullare il gol. Ma c’è una tradizione, non scritta, di fair play. Lo stesso Arsenal di Wenger contro lo Sheffield United in FA Cup segnò su una rimessa laterale mentre restituiva la palla al portiere avversario. Ripeterono l’azione. Paolo Di Canio, quando giocava nel West Ham, si fermò invece di segnare con il portiere avversario infortunato.
In ogni caso, alla fine, ci ha pensato il karma: l’Arsenal ha perso, 3-2. Più che il karma ci ha pensato Ronaldo, con una doppietta. Ronaldo è Cassazione.
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