Tudor: «Ho giocatori pronti al sacrificio, farei fatica a proporre il mio tipo di calcio a uno come Ronaldo»
A Dazn: «Un allenatore deve sempre aggiornarsi e cambiare. Abbiamo fatto una bella gara, è un punto meritato»

Genova 25/09/2021 - campionato di calcio serie A / Genoa-Hellas Verona / foto Image Sport nella foto: Igor Tudor
Il tecnico dell’Hellas Verona, Igor Tudor, ha parlato ai microfoni di Dazn dopo la sfida contro il Napoli terminata in pareggio.
Nel secondo tempo avete gestito, rispetto alle precedenti vittorie.
«All’inizio facciamo un po’ fatica a essere compatti, andiamo avanti. Abbiamo fatto una bella gara, è un punto meritato che ci fa sentire orgogliosi e fiduciosi per il futuro».
Siete ormai una realtà consolidata. Testimoni che il percorso intrapreso è giusto. La tua idea di calcio quando l’hai abbracciata? Non avevi iniziato così la tua carriera.
«Un allenatore deve sempre svilupparsi, ogni anno, perché il calcio cambia e va in una direzione che la gente che viene allo stadio è sempre più esigente, non vuole più vedere un calcio attendista, vanno tutti a pressare avanti, ormai. Prima mi piaceva pressare a zona, ora a uomo, ma bisogna anche tornare indietro. Mi sono appoggiato tanto al lavoro di due anni fa in fase difensiva, lo facciamo tanto in settimana, è bello farlo e vederlo la domenica, per farlo devi allenarti forte e tanto, ho bravi ragazzi pronti al sacrificio, umili, oggi era una partita interessante dal punto di vista mentale, siamo intelligenti, la sfruttiamo per andare più forte. Ora recuperiamo e ci prepariamo per la prossima con l’Empoli, speriamo che i nazionali torneranno in forma».
Quando prepari le partite difensivamente, hai le tue certezze o cambi a seconda degli avversari?
«Dipende dal modulo dell’altra squadra. Il modo di allenare non è un modo che andiamo là e poi prendiamo ognuno e basta, ci sono dettagli importanti da curare, scelte su cui ragionare, c’è anche il pressing al contrario, che è più importante del pressing ad andare su. Se vai sempre verso la porta dell’avversario hai una sensazione diversa, ma va aggiunto anche che devi dare una mano a chi sta dietro, che non è facile giocare uno contro uno. I raddoppi sono fondamentali».
Pensi che questo calcio che proponi potresti farlo in qualsiasi club?
«In questo modo di allenarsi penso che farei tanta fatica ad allenare una grande squadra, ma si potrebbe fare una via di mezzo, fare pressione ma più a zona, questa è una cosa un po’ malata, in senso buono, non è una cosa che puoi proporre a uno come Ronaldo, ad esempio. Nel calcio non bisogna rinunciare a niente, bisogna lavorare su tutte e due le fasi».