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La Stampa di Elkann fa a pezzi Agnelli: “Boniperti si starà rivoltando nella tomba per la serie tv Amazon”

Garanzini al vetriolo sulla gestione del club: plusvalenze, esame Suarez, l’affare Ronaldo definito il passo più lungo della gamba e la rottura con Marotta (che all’Inter ha vinto)

La Stampa di Elkann fa a pezzi Agnelli: “Boniperti si starà rivoltando nella tomba per la serie tv Amazon”
Db Torino 20/10/2018 - campionato di calcio serie A / Juventus-Genoa / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-John Elkann

Se La Stampa di John Elkann fa a pezzi la Juventus, vuol dire che la battaglia tra i cugini è entrata nel vivo. Oggi sul quotidiano torinese Gigi Garanzini stende un’analisi impietosa della gestione del club bianconero.

È sempre più chiaro, giorno dopo giorno, che si scrive squadra ma si legge società. Sono anche le cronache giudiziarie a raccontarlo, ed è un buon motivo di inquietudine ulteriore: come se già non bastasse, sullo sfondo e sempre in attesa di giudizio, quella deliziosa botta d’immagine dell’esame di italiano di Suarez. E vogliamo parlare del reality? Delle telecamere piazzate per un anno intero in spogliatoio, di un grande fratello che in qualche altro paese funzionerà pure ma da noi aveva un solo precedente, tanti anni fa, nientemeno che al Cervia: con un campione del mondo, Ciccio Graziani, a sputtanarsi con gli occhiali colorati. Ma a chi sarà venuta in mente una roba del genere nel sancta-sanctorum della Juventus? E quante volte si sarà rigirato nella tomba Giampiero Boniperti, custode e garante della privacy bianconera a tutti i costi?

Al quadro Garanzini aggiunge anche la vicenda Superlega.

E scrive che tutto è cominciato con il passo più lungo della gamba, ossia l’affare Ronaldo.

Dopo anni di operazioni il cui passo era sempre stato rispettoso della lunghezza della gamba, la Juve decide di regalarsi Cristiano Ronaldo. Quasi tutta la Juve: non l’amministratore delegato, Beppe Marotta, che ritiene il suo acquisto sproporzionato rispetto alle risorse societarie e al percorso di crescita rispettato sino a lì. Si arriva alla rottura, Marotta se ne va, la spiegazione che viene fatta filtrare è che ormai guadagnava troppo e, sottintesa, troppo voleva comandare.

Poi comincia l’era Paratici.

E prende il via tutt’altra politica societaria che, prima di degenerare per esempio nel turbine di plusvalenze e nell’esame di Suarez, passa per i parametri zero, tipo Ramsey, che costano effettivamente zero alla voce cartellino e montagne di quattrini alla voce contratti, con giocatori e procuratori.

Quindi il valzer di allenatori mentre

Marotta prima costruisce un’Inter da scudetto, poi la rigenera con acquisti mirati, nettamente al ribasso, altro che parametri zero. Meditate, gente, meditate.

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