De Core: “La delegittimazione delle professionalità è un mantra che ha travolto, via social (e via media), interi settori strategici della nostra società, dal sapere in giù”
Francesco de Core, vicedirettore del Corriere dello Sport, scrive un articolo molto interessante su Mourinho e le critiche che lo stanno investendo a Roma. Ricorda che al momento è quarto che è poi l’obiettivo della stagione. Ma va ancora più a fondo.
Quando Mou, al suo arrivo a Roma, spiegò che l’arco triennale del contratto era il tempo necessario per una ricostruzione seria e permanente, non si prefabbricava un alibi ma semplicemente delineava una prospettiva che non fosse mero annuncio, fuffa o cartapesta. Sono passati quattro mesi appena dalle prime parole del portoghese e, nell’ansia precoce da giorno del giudizio, si è inevitabilmente giunti alla definizione della scala Richter dell’impatto di Mou, come fosse un terremoto distruttivo.
E aggiunge:
Fidarsi non vuol dire non esercitare un legittimo diritto di critica, ma rimettere al centro di ogni discorso la competenza. La delegittimazione delle professionalità è un mantra che ha travolto, via social (e via media), interi settori strategici della nostra società, dal sapere in giù. Il pallone, arena che già consuma infinite e fumose chiacchiere, non poteva rivelarsi una luminosa eccezione.
Conclude ricordando i tanti tecnici altrove vincenti e invece a Roma stroncati:
E poi c’è il caso Roma. A futura memoria andrebbero citati a mo’ di cantilena i nomi degli allenatori post-scudetto, quelli che dopo Capello hanno vissuto le montagne russe di Trigoria: tra gli altri, Spalletti Ranieri Luis Enrique Garcia Fonseca. Per la cronaca, pur variamente qui scaricati con sufficienza, hanno vinto dappertutto. Sarà un caso?