«Abusi, nel calcio regna la cultura del silenzio». Il documento del sindacato dei calciatori
Sulla Faz: come per i casi di razzismo, la tolleranza zero esiste solo sulla carta. I formatori nascondono i problemi per fare carriera

Db Milano 05/09/2021 - campionato di calcio serie A femminile / Inter-Lazio / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Edin Landstrom-Antonietta Castiello
Nel calcio regna la cultura del silenzio. L’omertà. E’ la denuncia del FIFPRO, il sindacato mondiale dei calciatori, che alla luce delle segnalazioni di abusi sessuali ha stilato un report di dieci pagine. Il succo è: “Il calcio è un ambiente ad alto rischio con controlli inadeguati”. Lo riporta la Faz.
In merito alla mancanza di conoscenza, che prevale in “quasi tutte le associazioni sportive”, che sono anche “talvolta più preoccupate di tutelare la propria reputazione che le esigenze delle vittime”, i processi di indagine risultano inutili. Come per gli episodi di razzismo, una “strategia di tolleranza zero” esiste solo sulla carta.
“In pratica – si legge nel documento – vediamo il contrario: troppo spesso nello sport le persone chiudono un occhio sui comportamenti scorretti. I formatori possono andare avanti in silenzio, senza trasparenza e senza essere ritenuti responsabili. Così possono assumere nuovi compiti e causare sofferenza ai giocatori. I calciatori segnalano spesso un’impenetrabile cultura del silenzio, in cui i dipendenti sanno perfettamente cosa sta succedendo ma non ne parlano mai”.