Al Festival dello Sport: «Non mi ero mai trovato in una situazione così complicata. La difficoltà è stata più nella parte mentale»
Gregorio Paltrinieri si racconta al Festival dello Sport.
“È stata un’estate molto impegnativa, non mi ero mai trovato in una situazione così complicata. La difficoltà è stata più nella parte mentale, ai Giochi vorresti essere al top, a me invece è andato tutto storto, non mi sono allenato per due mesi. Però questa esperienza mi ha fatto capire quanta testa serva per superare i momenti di crisi e vincere”.
Racconta come si è innamorato del nuoto:
“Nel 2003, quando avevo 9 anni, ricordo che chiesi a mio padre di portarmi a vedere i campioni del nuoto. C’erano i Mondiali a Barcellona e quando vidi Ian Thorpe e Rosolino all’opera, fu illuminante. Poi l’ambiente… Lì, in quel momento, mi sono innamorato del nuoto”.
Nel 2011 vinse i 1.500 metri stile libero al Sette Colli, poi si giocò un Mondiale:
“A 16 anni non avevo idea che sarei riuscito a qualificarmi. Come ogni adolescenze non avevo consapevolezza di nulla, i primi giorni a Shanghai non stavo in piedi, credevo mi avessero drogato, lì scoprii cos’è la labirintite”.
“Venivo dagli Europei, in cui ero nella condizione migliore di sempre. Il 10 giugno, durante un allenamento mi sono sentito acciaccato, per 2-3 giorni sono stato malissimo e le analisi poi sono risultate tutte sballate. Ho passato due mesi veramente brutti, non c’è mai stato un giorno in cui ho sentito di fare bene. Mi sono addirittura preparato mentalmente alla possibilità di saltare i Giochi. A Tokyo sono arrivato depressissimo, ti alleni per una vita e poi non sei al top per l’impegno più importante. È stato qualcosa di significativo per il futuro, mi ha fatto capire quanta testa serva per affrontare le difficoltà e vincerle”.