L’esterno dell’Everton a L’Equipe: “È più vicino a Sampaoli. Il miglior stratega è Ancelotti e sa trasmettere il messaggio con ironia. Negli allenamenti Luis Enrique si metteva in alto come in un cantiere”
Lucas Digne, giocatore dell’Everton, ha rilasciato un’intervista a L’Equipe di cui si riporta un estratto.
Il tecnico più esigente è Luciano Spalletti. Ha un rigore tutto italiano, facevamo un’ora e mezza di video prima delle partite e un’ora e mezza dopo. Per qualcuno era noioso, ma a me piace moltissimo! Per un difensore è molto importante e dopo un po’ le cose in campo ti vengono in automatico. Anche perché dici a te stesso ‘ah, se non faccio questo l’allenatore domani quando rivediamo i video mi massacra!’. Spalletti è un tipo appassionato, può picchiarsi in testa, urlare a tutti, fare gesti a bordo campo perché un calciatore invece di andare avanti va indietro. Vive le cose con passione e quindi passa tutto subito, i calciatori lo capiscono e lo perdonano. Anche Ancelotti è uno appassionato, ma è diverso, non ha lo stesso temperamento. Spalletti certamente è più vicino a un Sampaoli.
Il miglior stratega è Ancelotti. Analizza benissimo gli avversari e legge bene le partite. Cerca sempre di adattarsi ai calciatori che di volta in volta ha a disposizione, durante una riunione può cambiare modulo con uno schiocco di dita. E soprattutto sa spiegare bene ai calciatori quello che vuole, il suo messaggio passa molto facilmente. Anche Luis Enrique al Barcellona era molto bravo in questo, facevamo solo cinque o dieci minuti di tattica e quello di cui parlavamo era esattamente quello che succedeva in partita, era incredibile. Tutti erano ricettivi, ma le istruzioni erano chiare e precise. Negli allenamenti si metteva in alto, come a guardare un cantiere, vedeva se le linee erano fatto bene, spiegava i movimenti che voleva. Anche Ancelotti massimo dedicava cinque minuti al video, non di più. E con questo tipo di allenamenti è più semplice per un calciatore.
Ancelotti è una persona buona e sa trasmettere il suo messaggio con ironia. Durante il Covid, per esempio, non voleva che facessimo feste e ci ha detto ‘ragazzi, se fate una festa invitatemi così vi tengo d’occhio’. La mattina a Ancelotti piace prendere il caffè coi calciatori, si parlava di tutto, di quello che avevamo fatto il giorno prima, della vita quotidiana, della famiglia. Quando è nata mia figlia durante il Covid lui e il suo staff mi sono stati molto vicini.