CorMez: a trent’anni il problema di Insigne è l’emotività, non regge la pressione
Il rinnovo è la variabile: ad offuscare la testa del capitano è l’attenzione soffocante dei media, dei tifosi e dei familiari

Sul Corriere del Mezzogiorno Monica Scozzafava scrive di Lorenzo Insigne. Contro il Torino, dopo l’ennesimo errore dal dischetto, il volto del capitano era offuscato. Poi, dopo il gol di Osimhen che ha sbloccato la partita, gli è tornato il sorriso ed è stato lui a correre verso il nigeriano e a saltargli sulle spalle esultando.
Il peso del rigore sbagliato, scrive la Scozzafava, è diventato insopportabile. Dopo quello sbaglio Insigne avrebbe voluto spaccare tutto,
“ma gli è mancata la forza, stordito dagli applausi di incoraggiamento dei trentamila del Maradona, dalla carica che gli arrivava dall’uomo in tuta e polo che gli urlava qualcosa dall’area tecnica”.
Cosa accade al capitano?
“Nulla di nuovo: non si cambia a trent’anni (li ha festeggiati a giugno) e l’emotività rispetto a situazioni in cui tutti lo aspettano al varco resta il suo tallone d’Achille”.
La trattativa per il rinnovo del contratto è una variabile.
“Che lo firmi o meno, che si senta ‘importante’ meno per il club, che su di lui dovrebbe investire per altri cinque anni, gli toglie smalto, leggerezza. Ciò che offusca la testa del giocatore è l’attenzione. Dei media, dei tifosi, anche quella dei familiari. Attenzione che diventa soffocante nel momento in cui si decidono le sorti della parte centrale e (probabilmente) più importante della sua carriera”.
Quando dice che la sua attenzione è rivolta al campo è vero,
“ma quando nella città dove vive e dove gioca tutti aspettano che la vicenda prenda una piega poi l’altra, Insigne non regge la pressione”.