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Questo Napoli ha smesso di piangere e ha cominciato a ridere

Nessuna dramma, mai. Spalletti è uomo di campagna, ha chiaro il concetto di semina, di pazienza, di lavoro programmato, di dettagli e di squadra

Questo Napoli ha smesso di piangere e ha cominciato a ridere

Questo Napoli ha smesso di piangere! Di chiudersi in un angolo a rimuginare sugli alibi, sulle trasferte, sul poco tempo, sugli infortuni. Questo Napoli ha preso martello ed incudine e ha cominciato a battere facendo risuonare il metallo oltre la bottega, tra i vicoli e i palazzi. Umile e proletario, divino e accogliente. La via nera al Napolismo guidata dal Comandante Kalidou fino ad arrivare al vento della savana non prima di passare per il concentrato di rude bellezza, Patrick Anguissa. Insomma, è un Napoli che la spiega con i numeri, con i fatti senza annunciarlo prima nei comizi.

Luciano è uomo di campagna, ha chiaro il concetto di semina, di pazienza, di lavoro programmato, di dettagli e di squadra. Tutti sono importanti, nessuno è lasciato da solo. Abbiamo passato anni a credere e ad inventare rivoluzioni possibili ed oggi, senza alcuna avvisaglia la vediamo compiersi in un solco di semplicità e naturalezza che ci riconcilia con la gioia del pallone e della serenità. Nessun dramma. Mancano Demme, Lobotka, Mertens, il famoso terzino sinistro ed il portiere titolare. Nessun dramma, si gioca uguale, si fa lo stesso, si vince.

Senza fare mercato o meglio tenendosi i migliori seppur con la volontà di venderli ma restano e sorridono; sorridono e traspaiono appartenenza, cattiveria, voglia di prendersi la scena guardando giorno dopo giorno, raccogliendo i frutti del raccolto, vivendo alla giornata, sdraiati con la faccia sull’erba sudati e felici. Questo Napoli ha smesso di compiersi per divenire, si è compattato anziché fuggire, si è ritrovato assieme e ha deciso di investire nella credibilità dei singoli.

Il capitano è tornato da Londra consapevole di essere il migliore italiano in circolazione e ha alzato il pugno in testa a chi crede che sia distratto da un rinnovo pendente per poi correre ogni volta sotto la curva per dire alla città di essere l’unico sindaco possibile in tale scenario metropolitano pressapochista. È un Napoli che ha smesso di piangere, che ha tolto l’ansia del dimostrare per vestire i panni della risata. Si diverte, si cerca, si aiuta, si studia e si migliora. Spalletti ha messo insieme pezzi di terra potenziale e ne ha fatto un frutteto di delizie. Ed ora chi lo dice ai farisei? A quelli che guardavano il fiume sperando di vederci un cadavere passare ed invece si sono ritrovati davanti zattere colme di entusiasmo? Il Napoli ha smesso di piangere vuole ridere e far ridere e pazienza se qualcuno pensava che ad allenarlo fosse arrivato la controfigura di Tognazzi.

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