ilNapolista

Borja Valero: «Non rifarei il calciatore. Non so se merita, la tv non mostra tutto quello che è il calcio»

A Repubblica: «Il 98% delle volte un calciatore dice quello che può non quello che pensa, lo fa per tutelare i compagni, i dirigenti»

Borja Valero: «Non rifarei il calciatore. Non so se merita, la tv non mostra tutto quello che è il calcio»

Su Repubblica un’intervista a Borja Valero, ex di Fiorentina e Inter, che oggi si affronteranno in campionato. Parla del calcio, dell’aspetto positivo, ovvero i tifosi e di quello negativo: i procuratori.

«Penso ad alcuni procuratori. Quando sei un ragazzino ti circondano di tante belle parole. Tu sei giovane, non ci capisci molto e ti affidi a loro. Qualcuno lo fa nel modo giusto ma qualcuno pensa solo a sé stesso e non pensa mai al giocatore. È la parte cattiva di quel mondo».

Racconta l’inizio della sua carriera.

«Facendo tantissimi sacrifici durante tutta la gioventù. È stata una crescita calcistica stressante. Il distacco dalle amicizie, la competizione interna per prenderti il posto da titolare. A dodici anni ti muovi come se fossi un professionista, senza esserlo però. Ho vissuto l’adolescenza in altro modo e mi è mancato qualche pezzettino di vita: le amicizie, i primi amori. Ma ho avuto la fortuna di arrivare e quando ho esordito con la maglia del Real, ho capito che si era chiuso un cerchio. Un’emozione unica».

Gli chiedono se rifarebbe il calciatore. Risponde:

«Se ripenso a quel momento, sì. Impazzivo per il calcio. Forse però adesso non lo rifarei. Non so se merita. Ho una bella vita, grazie al calcio. Ma forse avrei potuto averla anche senza fare il calciatore. Ho avuto molti momenti che mi sono goduto. L’esordio col Real, quello con la nazionale spagnola. Il 4-2 alla Juventus con la Fiorentina. Ricordo i boati dello stadio agli ultimi due gol, sono sempre nella mia mente. Il calcio è molto più grande di quel che si vede in tv, però».

Spiega:

«Ci sono stati anche dei periodi brutti. Come le critiche, che un giocatore avverte sulla sua pelle. Dai tutto te stesso ma ti criticano. Non è facile».

Cosa non vediamo del calcio noi comuni mortali?

«La tv non riprende tutto. Il 98% delle volte un calciatore dice quel che può, non quel che pensa. Lo fa per tutelare i compagni, i dirigenti. Oltre al gioco, però, la parte più bella che ho vissuto sono stati i viaggi. Le trasferte, le cene coi giocatori più anziani, i loro racconti. Le storie. Le cazzate».

 

ilnapolista © riproduzione riservata