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Petagna è il nuovo Soriano

La piazza si sta preparando a un’altra giornata dell’odio. Facendo finta di non sapere che De Laurentiis si è rovinato da quando ha preso decisioni alla piazza gradite

Petagna è il nuovo Soriano
Db Genova 29/08/2021 - campionato di calcio serie A / Genoa-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: esultanza gol Andrea Petagna

È la bellezza del calcio sempre più impiastricciato con grumi di antropologia culturale, revisionismi storici, odii viscerali nei confronti del pappone (alias De Laurentiis) che dopo essersi rovinato per ascoltare il popolo, medita di perseverare in modo da chiudere definitivamente la pratica.

L’ultimo caso è quello di Petagna che una domenica di fine estate è balzato agli onori del tifo per il gol decisivo segnato a Marassi contro il Genoa. Rete che ha consentito al Napoli di vincere. Petagna era sull’uscio, stava per andare alla Sampdoria. Ma adesso non si sa più, forse resta. La traduzione simultanea della piazza (dove per piazza si intendono i più rinomati professionisti della città) è stata: il pappone vuole risparmiare i soldi dell’ingaggio, “ci manca sempre il centesimo per apparare la lira” e amenità del genere. È perfetto l’articolo del Guardian.

Napoli non è nuova a rivolte per calciatori non proprio memorabili. Signori professionisti, persone educate, “gente tranquilla, che lavorava”. Al fondo, sia Petagna sia Soriano sono soltanto espedienti per sfogare la loro profonda avversità nei confronti di De Laurentiis. Che peraltro, dal canto suo (che bella questa locuzione evidentemente inutile e ingombrante), si è rovinato per ascoltare la piazza. Il suo conservatorismo di fondo, l’avversione alle cessioni e ai progetti di rinnovamento, gli hanno impedito di essere il presidente più liquido del calcio italiano in tempi di Covid. Avrebbe potuto fare razzia se solo avesse avviato il progetto di rinnovamento, se avesse venduto i calciatori che andavano venduti. E magari preso Ibrahimovic. Ah caro vecchio Zlatan, con te saremmo andati in Champions due anni di fila ma si è preferito il calcio al veleno (un po’ come il gelato di Gianna Nannini) e i risultati sono questi qua. Oggi De Laurentiis si ritrova a dover giocare in difesa, sull’equilibrio del bilancio. Basta guardare la Lazio che, vendendo il pur forte Correa, ha i soldi per il colpo Zaccagni (e non solo).

De Laurentiis dovrebbe fare come Ulisse con i suoi marinai all’isola delle sirene, altrimenti la retta via non la imobccherà più. Intanto Anguissa è un bel colpo, quasi un gran bel colpo. Peccato dover star stretti in un angolo mentre per dieci anni si era lavorato per altro. La stella polare resta Spalletti. Vuole Petagna? Che resti Petagna. E, soprattutto, sprigioni il talento di Ounas e lo renda costante. Allora sì che ci divertiremo.

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