«I debiti del Barça sono importanti, non abbiamo margini salariali. Il club ha la priorità su tutto. Non mi sento in colpa, Aguero e Depay hanno accettato alcune condizioni. Messi ha altre proposte»
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Il presidente del Barcellona, Joan Laporta, ha parlato in conferenza stampa all’Auditorium del Camp Nou per spiegare i motivi del mancato rinnovo di Messi. Accanto a lui i principali dirigenti del Barça: Mateu Alemany e Ramon Planes.
«Sono qui per spiegare i motivi per cui si è arrivati alla situazione di Messi. L’esito non è stato positivo, perché gli incassi e la massa sportiva rappresentano una voce importante nel bilancio e noi non abbiamo un margine per i salari che rispettino i limiti dalla Liga. I debiti del club sono importanti, i numeri sono peggiori di quanto ci era stato detto. Abbiamo ricevuto un’eredità disastrosa. Gli ingaggi rappresentano il 110% delle entrate del club e allora abbiamo dovuto analizzare i contratti in essere e dunque tutto questo ci mette in difficoltà per i margini salariali. Le norme de La Liga ci hanno messo in difficoltà e per questo non abbiamo potuto depositare i contratti che abbiamo discusso con Messi. Risulta che il Barcellona avrebbe dovuto sostenere un’operazione che per il club sarebbe stata diversa da quella che avevamo pianificato. Quando abbiamo dovuto prendere la decisione le cose sono cambiate e non abbiamo potuto fare altrimenti. Voglio dirvi che i motivi per cui si è arrivati a questo punto dipendono dalla situazione economica del club e dal peso economico del giocatore. Avremmo voluto sostenere questa spesa, ma non abbiamo margini salariali. La gestione precedente è stata difficile e quindi non abbiamo possibilità di sistemare questa situazione e abbiamo deciso di prendere l’unica strada possibile perché altrimenti avremmo messo a rischio il club. Voglio anche dirvi che Leo voleva rimanere al Barcellona, ma nel momento in cui ci siamo parlati, abbiamo capito che non c’era possibilità. Sapevamo del Fair play finanziario e dei limiti salariali e abbiamo provato a gestire una situazione che poi non siamo riusciti a risolvere. Leo lascia un’ottima eredità. È stato il giocatore di maggior successo nella storia del club, ha lasciato un segno splendido nella storia del Barça. Il migliore finora. Spero che possiamo superare questa cosa e ora inizia una nuova era. C’è un prima e un dopo Leo. Leo Messi è stato un riferimento. Quello che abbiamo nei suoi confronti è un’eterna gratitudine. Non voglio dare false speranze a nessuno, quello che è certo è che le trattative si sono interrotte e il giocatore ha altre proposte. C’è un limite di tempo perché inizia il campionato ma anche per il giocatore che deve fare valutazioni e riflettere sul suo futuro per capire se le altre soluzioni per lui saranno migliori. Abbiamo valutato tutto, anche i pagamenti, Leo era d’accordo, il giocatore è sempre stato presente, pensavamo di poter trovare una soluzione per queste limitazioni, ci sono criteri che in altri Paesi funzionano e abbiamo provato a introdurre questi processi anche qui, poi abbiamo parlato di un contratto di 5 anni che Leo ha nuovamente accettato, abbiamo pensato anche al post Messi. Lo avevamo pensato per le norme del Fair play ma poi abbiamo sentito La Liga e dopo un’attenta analisi tecnica e condividendo le regole de La Liga abbiamo capito che non era possibile andare avanti per la sostenibilità del club. Per darvi un’idea su che limite di stipendi potremmo stare vale la regola del 4 a 1. Per avere 25 milioni di stipendi dobbiamo liberarne 100. Sono tanti giocatori. La direzione sportiva sta lavorando per ridurre la massa stipendi e ci sono alcuni giocatori con cui abbiamo trovato un accordo, ma con altri non è così facile. Siamo in un terreno molto paludoso, che comporta molti rischi per il club e richiede tempo. Contando quanto pianificato con Leo, eravamo arrivati al 110% della massa salariale rispetto al reddito del club. È una conseguenza degli investimenti eccessivi che sono stati fatti. Perché Kun, Memphis o Emerson sono arrivati? Sono venuti al Barça accettando alcune condizioni che sono da apprezzare. L’ingresso di questi giocatori non è paragonabile al rinnovo di Leo Messi. Non mi sento affatto in colpa. Abbiamo fatto di tutto perché Messi continuasse al Barça, in questa situazione finanziaria. Avevamo concordato il contratto. Non mi piace ripetere che abbiamo dovuto sostenere un’eredità finanziaria brutta. C’era un budget molto peggiore di quello che sembrava. Si stava procedendo adeguatamente perché sembrava che LaLiga stesse per espandere il “fair play” e avevamo raggiunto un accordo con il giocatore. Stavamo aspettando. Ma c’è stato un momento in cui dovevamo prendere una decisione e l’abbiamo fatto. La motivazione è massima, anzi abbiamo una motivazione in più. Voglio congratularmi con i dirigenti del club perché hanno dovuto conciliare diversi aspetti estremamente difficili. Ci verrà richiesto un livello alto e siamo pronti a raccogliere la sfida in modo che il Barça continui a portare felicità. C’è tristezza di non poter salutare Messi come merita. Volevamo farlo in un modo più bello. È un motivo di tristezza e di delusione. Pensiamo che questa decisione sia stata presa per preservare un club con 122 anni di storia, per questo siamo più motivati. Ieri stavamo facendo gli ultimi colloqui con il padre di Leo. Sono stati due mesi di trattative molto intense. Avevamo raggiunto accordi che non potevano concretizzarsi. Abbiamo pensato che i limiti sarebbero stati più flessibili, ma sapevamo già che stavamo superando il tetto salariale».