Il giornale inglese prende le parti dell’attaccante ribelle: “Sperava che più di 100 milioni di sterline fossero sufficienti a liberarlo. Che altro deve fare per gli Spurs?”
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Il punto è che Harry Kane ha ancora tre anni di contratto con gli Spurs. E il presidente Daniel Levy è uno che quando si tratta di vendere non fa prigionieri: basta chiedere a Dimitar Berbatov, Luka Modric o Gareth Bale. Non bastano i 150 milioni offerti dal City, né la plateale volontà dell’attaccante inglese: non è in vendita. In questa guerra che il Telegraph definisce “tribale”, però, lo stesso quotidiano inglese scrive che Kane “non merita di diventare il nemico da odiare dei tifosi del Tottenham”.
Perché è vero che “gli Spurs hanno il diritto di cercare di ottenere il prezzo richiesto per Kane, e forse avrebbe dovuto chiarire quale sarebbe stato questo prezzo, ma a sua volta, Kane crede che più di 100 milioni di sterline sarebbero stati sufficienti” a liberarlo. “Che altro doveva fare di più per gli Spurs, Kane?” si chiede il Telegraph.
La sostanza dei fatti è che ormai i contratti non contano più niente. E infatti Jason Burt lo scrive a chiare lettere: “Kane ha sbagliato a firmare un contratto di sei anni nel giugno 2018 che includeva un enorme aumento di stipendio ma non una clausola di uscita. È stato un errore: un top player ha davvero bisogno di impegnarsi oltre i tre anni per qualsiasi club?“