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I presidi: «Troppi ritardi sulle vaccinazioni. In diverse scuole si rischia di ripartire in Dad»

A Repubblica il presidente Giannelli: «Ci sono quattro milioni di studenti da immunizzare in un mese e mezzo, sono troppi. In molte classi non sarà possibile garantire le distanze»

I presidi: «Troppi ritardi sulle vaccinazioni. In diverse scuole si rischia di ripartire in Dad»

Repubblica intervista Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi. Lancia un allarme: sulla scuola si è in ritardo, di nuovo. Si rischia di ripartire in dad.

«Se non si accelera, se non si usa a pieno l’unica arma rimasta, che è la vaccinazione, in diverse scuole l’avvio dell’anno scolastico avverrà con la didattica a distanza. È inevitabile. Sarebbe la terza stagione e a pensarci mette sconforto. Per come è stata condotta fin qui la campagna vaccinale, non siamo ancora in una situazione di tranquillità».

Giannelli ritiene che dovrebbe essere introdotto l’obbligo di vaccino per le scuole.

«Ne sono convinto. Bisogna accelerare la vaccinazione di chi frequenta la scuola. Siamo in ritardo, già oggi. Se poi spostiamo tutto al 20 agosto, saremo in un ritardo irrecuperabile. Oggi i numeri veri non li hanno né governo né Regioni e, secondo, che cosa se ne faranno il 20 agosto? Quando mancheranno venticinque giorni all’avvio dell’anno scolastico? Ancora tardi».

Sul numero ancora basso di studenti che si sono sottoposti al vaccino:

«Temo non ci siano davvero più i tempi per risolverla. Gli over 12, i ragazzi che possono ricevere l’iniezione, sono quattro milioni. Ecco, in quattro milioni devono ricevere due dosi con un intervallo, in mezzo, di almeno tre settimane. A un mese e mezzo dalla ripartenza scolastica la vedo dura. Servirebbe una macchina pubblica davvero efficiente, che forse non abbiamo. Quindi in molte classi non sarà possibile il distanziamento, cosa che fa propendere per il ritorno alla Dad. A meno che non si cambino i protocolli sanitari, con un atto dell’Istituto superiore di sanità».

Ma anche in questo caso saremmo già in ritardo, dice.

 

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