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Full Metal Juric, «sveglia alle 6:45 e caffè triplo». Sulla Gazzetta il ritiro-naia del Torino

Sui giornali di Cairo prosegue il racconto “marziale” dei granata. La sveglia Juric diventa una lezione “morale”: i calciatori devono alzarsi come i comuni lavoratori

Full Metal Juric, «sveglia alle 6:45 e caffè triplo». Sulla Gazzetta il ritiro-naia del Torino

Non si comprende il motivo per cui la pagina sul Torino arrivi dopo 22 inutili fogli di Italia campione d’Europa. Costringere il lettore della Gazzetta dello Sport a perdersi nella retorica tricolore, quando è chiaro che il Paese tutto in realtà, chiusa la parentesi azzurra, vuol sapere come procede l’avventura di Juric. Al dettaglio. Come il nuovo tecnico abbia già rivoluzionato la storia granata, riabilitandone il passato sofferto ma soprattutto sovvertendone il destino.

I media editi da Cairo, casualmente anche Presidente del Torino, nei giorni scorsi avevano riscritto la gerarchia delle notizie per la presentazione di “un allenatore top”: altro che Spalletti o Mourinho… vuoi mettere? E chi siamo noi per sovvertire il timone dei due principali quotidiani italiani, generalista e sportivo?

Sicché metaforicamente fermiamo le rotative del Napolista per sottoporvi la preparazione marziale del Toro scatenato. Col generale Juric non si scherza: non è un ritiro, quello granata. E’ una naia.

Scopriamo dunque “cominciano presto, molto presto, le giornate del Toro di Juric. La sveglia suona alle sei e quarantacinque, i più “dormiglioni” possono concedersi al massimo un quarto d’ora in più tra le lenzuola“.

Il set è Full Metal Jacket, in purezza. Perché “mezzora dopo si deve essere pronti al primo appuntamento della mattinata: la colazione tutti insieme”.

Qui la notizia è che la colazione non solo è il pasto più importante della giornata per gli essere umani, ma lo è soprattutto per il team building in salsa (dolce o salata) granata.

“Manco a dirlo, a dare l’esempio c’è proprio Juric, lui che di solito alle 6.50, dopo aver avuto anche il tempo di sorseggiare un caffè triplo, è già in macchina. Alla colazione è il primo ad arrivare”.

Massiccio e incazzato, si suppone. Per lui caffé mica doppio: triplo! Il vigore dell’uomo si misura col tasso di caffeina nel sangue. Probabilmente li manda giù come shottini di vodka, poi sbatte la tazzina sul bancone e urla “SI’!” come solo Chiellini all’inno di Mameli.

Gazzetta Torino

Mario Pagliara, “inviato a Torino” per verificare sul campo l’effettivo pucciare dei cornetti nel latte macchiato, fa i calcoli:

“l’appuntamento per la colazione è alle 7.30 nella sala executive dello stadio Olimpico”. Poiché “in questi primi cinque giorni di preritiro a Torino pochi calciatori stanno dormendo in albergo, gli altri restano nelle loro abitazioni dislocate tra il centro e le zone collinari”, “la sveglia deve necessariamente suonare entro le 6.45, al massimo le 7”.

Attenzione, la sveglia non è una semplice sveglia. “E’ una prima lezione ai calciatori, perché è l’orario in cui la maggioranza delle persone esce di casa per andare al lavoro”. Il sapore della catena di montaggio è ovunque, ne avvertite il profumo al mattino? Sa di vittoria.

“Quarantacinque minuti per il cappuccino, dalle 7.30 alle 8.15”.

Certo, però, tre quarti d’ora per un cappuccino”… è roba da lavativi. Ben altri motivatori avrebbero preteso l’ustione di secondo grado, un minuto al massimo, poi via con le flessioni. Ma vabbé.

“Al Filadelfia bisogna presentarsi alle 8.30: in un quarto d’ora ci si sposta senza difficoltà”.

Seguono massaggi, terapie, le prime riunioni. Alle dieci Juric fischia l’inizio dell’allenamento. “A quel punto non deve più volare una mosca”. Il sergente Hartman è al lavoro.

L’inviato sottolinea il monito: “Sbaglia chi pensa che questi primi giorni siano stati solo un assaggio di ciò che attenderà i calciatori in Alto Adige”. Macché. “ritmi ad alta intensità. Corsa, corsa e ancora corsa”. “Mano pesante”. “E’ il cammino del sacrificio attraverso il quale avviare la ricostruzione“.

Dopo ben 90 minuti di questo sperpetuo segue – nientemeno – il pranzo tutti assieme. Ma, ben inteso, “da quando il Toro si trasferirà nel ritiro ai piedi delle Dolomiti, entreranno nell’agenda anche le cene di squadra”. Dalla colazione alla cena, non c’è scampo.

“Già adesso, con questa impostazione, Juric tiene impegnata con sé la rosa almeno fino alle 14, venerdì con la prima doppia seduta di allenamento si è andati anche oltre”.

“Appare anche superfluo scrivere che, in tutti i momenti della giornata, i ritardi non sono consentiti”, conclude il pezzo. Niente si sa delle eventuali punizioni corporali per chi dovesse sgarrare. Nessuno si sognerebbe di farlo. Non è il Torino. E’ Tana delle tigri.

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