Con lui in campo, Napoli-Verona sarebbe finita 6-1. «Per provare a restare al vertice di uno sport, bisogna imparare a gestire la pressione»
C’erano una volta le Olimpiadi impero dello sport dilettantistico. Tanta acqua è passata sotto i ponti, de Coubertin è andato in soffitta da quel dì. Adesso alle Olimpiadi, oltre a non sport quali il badminton il basket tre contro tre, c’è persino il golf. Figuriamoci il tennis con i suoi adepti professionali (per dirla alla De Gregori che aveva cantato di martiri professionali a proposito di Napoli). A Djokovic, che è il grande favorito nella vittoria del singolare maschile a Tokyo, è stata posta la domanda su Biles fuoriclasse statunitense della ginnastica che si è fermata perché “ha i demoni nella testa”.
Djokovic ha definito la pressione mentale un privilegio e ha rilasciato un affermazione che andrebbe iscritta nei cieli come nei voleri del direttoremegagalattico di Fantozzi:
«Senza pressione mentale non c’è sport professionistico».
Con Djokovic in campo, Napoli-Verona sarebbe finita 6-1.
«Per provare a restare al vertice di uno sport, bisogna imparare a gestire la pressione. In campo e dietro le quinte. Ho imparato a sviluppare un meccanismo per gestire la pressione in modo che non mi ostacoli più».