A Repubblica: «Il filosofo coreano Byung-chul Han dice che non abbiamo neanche più bisogno di un padrone che ci sfrutta: ci auto-sfruttiamo da soli per realizzarci, convinti di essere liberi»
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In edicola arrivano tre storie di Dylan Dog ispirate alle canzoni di Vasco Rossi: Sally, Albachiara e Jenny. Repubblica intervista il cantautore. Oltre alle tre donne di cui raccontano i brani, parla anche di sé. Come Dylan Dog indaga l’incubo, dice, lui indaga l’inquietudine.
«Io sono l’indagatore dell’inquietudine. Come Dylan Dog o il suo alter-ego Sclavi, che l’ha creato, anch’io frequento i miei incubi per scrivere le canzoni, anch’io frequento la parte più oscura di me per prendere l’ispirazione».
Aggiunge:
«Ieri come oggi non conta più l’umanità ma l’utilità: se non sei utile vieni messo da parte. Ai tempi era un’intuizione da parte di uno che avrebbe potuto facilmente finire dalla parte degli “inutili”, oggi ho più consapevolezza, grazie alle esperienze ma anche alle letture. C’è questo filosofo coreano, Byung-chul Han, che dice che oggi viviamo nel “mondo della prestazione” e non abbiamo neanche più bisogno di un padrone che ci sfrutta: ci auto-sfruttiamo da soli per realizzarci, convinti di essere liberi».