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Il filosofo Byung-chul: l’Occidente sta soccombendo al virus perché antepone l’individuo alla collettività

Il filosofo sudcoreano su La Vanguardia: l’Oriente è una società disciplinare. L’epidemia incontrollata e le sue innumerevoli morti sono il prezzo da pagare per la libertà?

Il filosofo Byung-chul: l’Occidente sta soccombendo al virus perché antepone l’individuo alla collettività

La Vanguardia pubblica oggi un commento del filosofo sudcoreano Byung-chul Han, che vive in Germania e insegna a Berlino, in cui valuta come il virus sta mettendo in ginocchio il liberalismo occidentale al pari del terrorismo, forse anche di più.

Il virus rappresenta un altro tipo di terrorismo, incomparabilmente più pericoloso, che viene dall’aria e si è diffuso in tutto il mondo. È invisibile e pervasivo e uccide molte più persone del terrorismo. Il virus sarà in grado di trasformare permanentemente la società liberale occidentale in una società disciplinare, in cui tutti noi senza eccezione siamo trattati come potenziali portatori del virus?

Il filosofo sottolinea le differenze che ci sono tra l’Europa e l’Asia e come l’occidente stia guardando con invidia in questo momento le popolazioni che sono riuscite a contenere il virus

Cosa fanno gli asiatici meglio degli europei? Nonostante il neoliberismo, gli stati asiatici rimangono, a differenza dell’Occidente, una società disciplinare. In Asia regna un collettivismo con una forte tendenza alla disciplina. Lì possono essere imposte misure disciplinari radicali senza grossi problemi, che nei paesi europei incontrerebbero un forte rifiuto. Più che come restrizioni ai diritti individuali, sono percepite come l’adempimento di doveri collettivi. I bisogni individuali sono secondari rispetto agli interessi collettivi.

In oriente i diritti collettivi vengono prima di quelli individuali, le persone obbediscono senza protestare, e questo ha permesso di contenere la pandemia

Pertanto, il modello asiatico finirà per essere imposto su scala globale? Questa sarebbe la fine del liberalismo.

Byung-chul Han torna indietro e ricorda il periodo della peste in cui si mise in atto un contenimento simile, se non più duro, ma tutto, sottolinea, è stato poi dimenticato ed abbandonato. Non è possibile prevedere cosa accadrà, ma le strade possibili a questo punto sono due

Pertanto, dovremmo temere che, a causa della pandemia, anche l’Occidente finirà per tornare allo stato di polizia e alla società disciplinare che avevamo già superato? A causa del virus, il liberalismo e l’individualismo occidentali diventeranno presto un ricordo del passato? O l’epidemia incontrollata e le sue innumerevoli morti sono il prezzo che dobbiamo pagare per la libertà?

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