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Cazzullo: troppo denaro nel calcio, sono cifre incompatibili con l’etica e con l’economia

Sul Corriere della Sera. Un calciatore non è come un’imprenditore, spesso non sa che farsene di tutti questi soldi. “Il denaro è il motore dell’economia, ma è un motore ingrippato”

Cazzullo: troppo denaro nel calcio, sono cifre incompatibili con l’etica e con l’economia

Sul Corriere della Sera, Aldo Cazzullo risponde ad una lettera sull’esorbitante giro di soldi nel mondo del calcio, soprattutto nelle tasche dei procuratori.

È evidente che certe cifre non sono compatibili non dico con l’etica, ma pure con l’economia. Non è mai accaduto nella storia che una persona da sola possa guadagnare dieci milioni di stipendio netti, che è il «salario» di un top-player, moltiplicabile per dieci (includendo gli sponsor) nel caso di un Messi e di un Ronaldo. Questo crea storture anche psicologiche. Perché un imprenditore o un finanziere può guadagnare anche di più; ma ha un’impresa in cui reinvestire, o attività su cui diversificare. Sa come usare i soldi”.

Per un calciatore è diverso.

E’ un uomo solo. E di rado ha pure il talento da imprenditore o da finanziere. Per cui di tutti questi soldi alla lunga non sa che farsene. Può comprarsi una o più ville, l’aereo privato, la barca. Può fare beneficenza, certo. E poi? A volte finisce per affidare grandi somme a persone sbagliate da cui viene turlupinato, o a sperperarle al gioco”.

Ognuno fa del proprio denaro – una volta pagate le tasse – ciò che vuole, conclude Cazzullo.

“Nel frattempo però i nostri tennisti eroi hanno già portato la residenza fiscale a Montecarlo. Insomma c’è qualcosa che non va nello sport. Il denaro non è lo sterco del demonio, è il motore dell’economia; ma è un motore ingrippato“.

 

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