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Boris Johnson non condanna i fischi razzisti alla Nazionale. Il Guardian: «Che Paese arretrato»

La Nazionale si inginocchia contro il razzismo, i tifosi protestano e il primo ministro fa come Ponzio Pilato. Questa è l’Inghilterra del 2021

Boris Johnson non condanna i fischi razzisti alla Nazionale. Il Guardian: «Che Paese arretrato»

In Inghilterra tiene banco la polemica sul “take the knee”: il gesto simbolo dell’antirazzismo che anche i giocatori della nazionale inglese fanno prima di una partita a testimonianza del loro impegno civile. Il problema, che ora è arrivato fino al Primo Ministro, è che contro la Romania il pubblico ha fischiato l’iniziativa dei giocatori, scatenando un dibattito che rischia di oscurare la preparazione sportiva degli Europei.

Boris Johnson si è rifiutato di condannare quelli che hanno fischiato i giocatori. Il premier – ha detto molto impacciato il suo portavoce – “rispetta pienamente il diritto di chi sceglie di protestare pacificamente e di far conoscere i propri sentimenti. Sull’inginocchiamento, nello specifico, il premier è più concentrato sull’azione che sui gesti. Ci siamo mossi con cose come la Commissione sulle disparità razziali ed etniche ed è su questo che si è concentrato”.

La Commissione sulle disparità razziali ed etniche – scrive il Guardian – è stata ampiamente criticata dagli esperti per un uso selettivo delle prove e ha concluso che non vi erano prove di razzismo istituzionale nel Regno Unito.

Gareth Southgate, il ct della Nazionale inglese, ha confermato che i suoi giocatori si inginocchieranno domenica e per tutto il torneo: “I fischi non fermeranno ciò che stiamo facendo e ciò in cui crediamo”.

I Free Lions, una parte della Football Supporters’ Association che rappresenta i tifosi dell’Inghilterra, hanno chiesto unità. Osservando come i tifosi hanno rimproverato gli abusi razzisti diretti ad alcuni giocatori dell’Inghilterra in Bulgaria nel 2019, hanno scritto: “Dove è andata a finire quella solidarietà?”.

Una questione che ha investito anche la migliore stampa inglese. Notevole il commento di Barney Ronay sul Guardian:

Che razza di paese strano, contorto e arretrato è questa Inghilterra? Divisa, bellicosa, contro se stessa, e ridotta ora dalle formalità di una partita di calcio a dibattere sull’idea di “inglese”, fino a farla crollare. Nessuno è d’accordo con nessun altro su niente. Puoi pensare che la discriminazione sia esagerata o, chissà, una buona cosa. Potresti sentire che c’è qualcosa di strano nel calcio come industria che predica sulla disuguaglianza, o in uomini che guadagnano 350 volte il salario nazionale in un paese dove la gente soffre la fame. Questi sono i punti di discussione. Ma i fischi pubblici ad un semplice gesto antirazzista è un atto vergognoso e offensivo. Farlo con i giovani, i tuoi stessi giocatori, che sono regolarmente vittime di abusi razziali è doppiamente vergognoso. Fingere che questo abbia qualcosa a che fare con “tenere fuori la politica dal calcio” o che uno strisciante marxismo sia una minaccia per il tuo stile di vita in Gran Bretagna (a maggioranza conservatrice) è codardo e ipocrita”.

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