Caro Napolista, ho letto con piacere il vostro articolo sulla situazione dell’Inter, molto ben scritto. Occupandomi di finanza in Lussemburgo, però, volevo chiarire un paio di punti.
La storia è di fatto come l’avete raccontata voi, ma c’è una differenza fondamentale tra quest’operazione ed un normale pegno: nel pegno, come nell’ipoteca, si dà un bene in garanzia e non si può disporre nello stesso fino ad estinzione del debito (che può avvenire tramite pagamento della somma dovuta, o passaggio di proprietà sul bene stesso); nell’operazione tra Suning ed Oaktree, quest’ultima diventa a tutti gli effetti titolare delle azioni per il periodo di tempo necessario a Suning ad estinguere il debito, tanto che la stessa Oaktree avrà un proprio rappresentante nel Consiglio d’Amministrazione dell’Inter (e, nei limiti degli accordi con Suning, potrà a sua volta disporre di queste azioni per altre operazioni).
Laddove Suning dovesse trovare i capitali necessari alla chiusura dell’operazione, si “ricomprerà” – di fatto – le proprie azioni ad un prezzo maggiorato; laddove non dovesse riuscirci, le stesse resteranno nel portafoglio di Oaktree in maniera permanente (senza contare ulteriori clausole penali tra le parti, di cui non siamo a conoscenza).
Tutto questo per dire che l’Inter, di fatto, è già nelle mani del fondo Oaktree, e che a mio avviso possiamo quasi certamente aspettarci un esito uguale a quello del Milan con Elliott, se non addirittura peggiore (visto che, come detto, la stessa Oaktree può a sua volta girare queste azioni a parti terze in forma di collateral, iniziando così una spirale di transazioni finanziarie difficili da prevedere).