Novantasei minuti di approssimazione. Gattuso ha buttato dentro gli attaccanti come se fossero fiches alla roulette
Sul Corriere dello Sport Antonio Giordano racconta lo psicodramma del Napoli ieri sera contro il Verona.
Si può parlare – senza esagerare – di suicidio calcistico?
Le facce avevano spiegato subito le sensazioni e raccontavano il disagio di una squadra che non sapeva cosa fare, sembrava paralizzata e forse lo era, non sarebbe mai entrata nella partita ma anzi ne avrebbe subito lo stress che si portava appresso: in novantasei minuti di approssimazione, il Napoli osservava la leggerezza del Verona, ne veniva soffocato in ogni angolo del campo.
On un attimo, durato nove minuti il Verona prendeva quel poco che chiedeva a se stesso, un punto e la dignità, e su un lancio di Günter riemergevano le debolezze del Napoli, stavolta di Hysaj, incapace di contenere Faraoni con rasoiata alla gola. Il Napoli esangue, disperato, buttava dentro le punte come se fosse alla roulette, praticamente le ultime fiche che gli erano rimaste in mano prima di accorgersi che tra le dita non c’era assolutamente più niente.