Ne scrive Libero. L’autrice: «Nel 2014 il Coni ha esentato i collaboratori sportivi dai certificati anti-pedofilia. Volley, equitazione quelli più colpiti

Il quotidiano Libero si occupa di “Impunità di gregge”
il primo libro-verità che dedica fiumi di parole alla truculenta faccenda inerente agli abusi sessuali in ambito sportivo in Italia. La (s)co(i)nvolgente inchiesta edita da Chiarelettere (2021), e vergata da Daniela Simonetti, con prefazione di Marco Travaglio, buca il muro dell’omertà.
L’autrice Daniela Simonetti, giornalista dell’Ansa, spiega perché nel mondo dello sport il problema è particolarmente sentito. Le maglie sono troppo larghe.
È un problema che esiste da sempre; tuttavia si è aggravato non appena il Coni nel 2014 è riuscito a far esentare i collaboratori sportivi dall’obbligo di presentare i cosiddetti certificati anti-pedofilia. Il fatto che oggi persino un tossicodipendente arrestato in flagranza di reato con precedenti penali, possa continuare indisturbato a rivestire il suo ruolo di istruttore equestre, è inconcepibile.
Ancora l’autrice del libro:
«Un atleta su 7 under 18 anni ha dichiarato di aver subito molestie. L’aggravante? Su 100 reati soltanto 35 vengono denunciati» stima la segugia dell’Ansa. Nell’intricato dedalo della vita sportiva, sembra essere l’equitazione ad avere con grande sorpresa la maggiore incidenza di abusi a sfondo sessuale per tesserati: «Ma anche il volley è un gioco ad alto rischio» paventa l’autrice. «Mentre il primato delle violenze sessuali spetta al calcio, quello del bullismo tocca al rugby e all’hockey. E poi c’è il nuoto, il quale invece contempla spesso un curioso rituale: il taglio dei capelli alla vittima».