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«Il PSG offrì a Neymar una catena di hotel, un jet privato e il nome sulla Tour Effeil»

L’ex agente racconta a L’Equipe tutte le aste per il brasiliano, fino all’ultima pazza offerta di 300 milioni del Real Madrid, rifiutata così: “Non lo vendiamo nemmeno per mille milioni”

«Il PSG offrì a Neymar una catena di hotel, un jet privato e il nome sulla Tour Effeil»

Wagner Ribeiro, ex agente di Neymar, ha rilasciato un’ampia intervista a L’Equipe, nella quale racconta vari retroscena di alcuni passaggi chiave del fuoriclasse brasiliano. Con un leit motiv: il Real Madrid ha provato a prendere Neymar praticamente per tutta la sua carriera, senza mai riuscirci; e lui, l’ex agente, dice di non essere mai riuscito a farsi pagare una commissione per i suoi trasferimenti. Che – fosse vero – sarebbe una specie di record.

“Aveva 12 anni, quando l’ho visto giocare ho detto a suo padre che gli avrebbero rotto una gamba. Ha dribblato tutti ed è andato a segnare. Ed entravano forte, eh… Fece un test al Real Madrid, a 13 anni. Per 20 giorni. Il Madrid lo amava ed era disposto a pagare, ma Marcelo Teixeira, il presidente del Santos, mi ha chiamato e mi ha offerto 840.000 euro e 10.000 euro al mese a lui. A quel tempo Neymar guadagnava 700 reais. Suo padre pensava che fosse meglio restare in Brasile. A Madrid si divertiva ed era felice in campo, ma fuori piangeva. Non voleva stare lontano da sua madre e sua sorella”.

Il Chelsea nel 2010, lo voleva e gli offrì “molti soldi, ma Neymar non voleva andare. I dirigenti brasiliani lo hanno incontrato e gli hanno detto che se fosse rimasto sarebbe diventato un mito, che sarebbe succeduto ad Ayrton Senna nel cuore dei brasiliani. Hanno chiesto a Pelé di telefonare durante l’incontro. Suo padre è stato colpito da quella chiamata. È stata decisiva. In quel momento, inoltre, il Santos pagava molto bene”.

Poi scatta il derby tra Madrid e Barcellona:

“Florentino pensava di averlo. Ha accettato un’offerta che gli ho presentato. Era disposto a pagare 40 milioni al Santos e ad accettare tutto quello che chiedevamo. Suo padre gli ha chiesto tempo perché Neymar preferiva il Barça. Il Madrid insisteva, hanno mandato tre dirigenti, avvocati, sono stati 20 giorni lì a cercare di convincerci. Ma Neymar non voleva andare al Madrid, voleva giocare per il Barça. Con Messi. Lo chiamava Piqué… io volevo che lui andasse a Madrid. Sandro Rossell, invece, non voleva che io partecipassi alle trattative con il Barcellona. Mi ha messo da parte e non mi ha pagato un centesimo per il trasferimento di Neymar al Barça. Non ho ottenuto nulla con quel trasferimento. Quando ha firmato ed è stato presentato, mi sono sentito umiliato”.

Neymar poteva andare al PSG già nel 2016:

“Nell’estate del 2016 li abbiamo incontrato a Ibiza, Nasser Al Khelaifi e Olivier Létang, il direttore sportivo del PSG. Era all’ultimo piano di un hotel, nessuno ci ha visto. Neymar guadagnava 11 milioni e Nasser ce ne ha offerti 26. Gli abbiamo chiesto 40 milioni, e ci ha detto che ci avrebbe pensato, che gli avrebbe dato quote di una catena alberghiera, un jet privato e che avrebbe messo il suo nome sulla Torre Eiffel. Un pazzo. Non solo il Fair Play finanziario ha impedito il trasferimento, Neymar non voleva andare a Parigi. Era felice al Barça. Suo padre ha preso l’opportunità di negoziare il rinnovo e ha ha chiuso a 28 milioni l’anno”.

Ma alla fine arriva l’offerta che non si può rifiutare:

“Fu Zahavi a a fare tutto con Antero Henrique (direttore sportivo del PSG all’epoca). Ma l’anno prima preparammo bene il terreno. Ho presentato Nasser Al Khelaifi al padre di Neymar. E ancora una volta non ho intascato nulla dal PSG o da Neymar. Non poteva rifiutare, il PSG pagò 222 milioni e gli offriva 36 milioni netti all’anno. Impossibile rifiutare un’offerta del genere”.

Due anni dopo ci riprova il Real:

“Il Madrid era disposto a pagare 300 milioni di euro. Ma Nasser rifiutò. ‘Nemmeno per mille milioni lo vendo’, mi disse”.

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