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Simone Inzaghi: Lotito e Roma sono un’ottima palestra per il Napoli di De Laurentiis

La nostra realtà è simile a quella della Lazio. Ha vinto tre trofei con pochi soldi. Anche se la squadra dovrà adattarsi a principi tattici nuovi

Simone Inzaghi: Lotito e Roma sono un’ottima palestra per il Napoli di De Laurentiis
foto Hermann / Kontrolab

Delle prime sette squadre della Serie A, che sostanzialmente sono sempre le stesse, soltanto la Juventus ha cambiato allenatore al termine della scorsa stagione. Una scelta che decisamente non ha pagato, considerando che le difficoltà di un campionato compresso avrebbero suggerito la linea della continuità. Tuttavia, il percorso di normalizzazione, nel calcio e nella vita in generale, potrebbe portare le società a fare un altro tipo di valutazioni nei prossimi mesi. A parte Inter e Milan, infatti, le altre squadre non hanno rapporti stabili o comunque non guardano alla progettualità futura con una certa sicurezza con gli attuali tecnici.

Il Napoli è senz’altro tra queste. I rapporti tesi tra De Laurentiis e Gattuso lasciano intendere che si separeranno a campionato concluso, anche se dovesse essere raggiunto l’obiettivo del quarto posto e della conseguente qualificazione alla prossima Champions League. Dalla sconfitta di Verona e le successive esternazioni dell’allenatore, i nomi dei possibili successori si sono rincorsi, aprendo alle possibilità più variegate. Logicamente, la scelta della guida tecnica viaggia di pari passo alla politica societaria post-pandemia che il presidente sceglierà di adottare. Spesso la scelta più drastica è stata anche quella più auspicabile: dare una dimensione da grande squadra o attuare un forte ridimensionamento e pianificare con nuove basi. Qualora però l’idea fosse di puntare sul materiale a disposizione, cercando un’evoluzione più che una trasformazione, Simone Inzaghi potrebbe essere un allenatore adatto per il Napoli.

Da un punto di vista strategico, è in linea con la gestione recente che ha puntato a trattenere molti giocatori e ad insistere su un gruppo ben sedimentato. Questo è stato un punto forte del tecnico della Lazio, che ha sempre chiesto di non stravolgere la rosa, cambiando poco in entrata e in uscita. In tal senso, c’è più di qualche similitudine tra De Laurentiis e Lotito: caratteriali, ambientali, economiche. Così come c’è più di qualche similitudine tra la piazza romana, anche se sponda Lazio, e quella napoletana.

È abituato inoltre a non poter contare su investimenti importanti. In un periodo di riduzione dei costi, è probabile che il Napoli non disponga della stessa capacità di spesa degli ultimi anni, che gli ha permesso di riscrivere per due volte il record di acquisto più oneroso nella storia del club.

Il modello Lazio ha saputo lasciare il segno. Dall’inizio del ciclo egemone della Juventus sul territorio nazionale, i biancocelesti e il Napoli sono riusciti ad opporsi in modo concreto e credibile nelle coppe, strappando qualche successo degno di nota in Coppa Italia e Supercoppa Italiana (due). Aver passato il girone di Champions League è un’altra menzione di merito, considerando la pochezza del percorso europeo di quest’anno. Tanto affetto Inzaghi se l’è saputo guadagnare soprattutto nella sfida che più di tutte polarizza le attenzioni della tifoseria, il derby con la Roma, in cui il bilancio si può definire positivo. In undici sfide ha ottenuto 4 successi, 3 pareggi e 4 sconfitte, ma una di queste è stata in semifinale di Coppa Italia nel 2017 e fu la Lazio a conquistare il passaggio del turno nel doppio confronto. Un andamento di tutto rispetto, in una partita così sentita, che scalda l’ambiente e sa dare un sapore diverso alla stagione.

Le uniche perplessità sono di carattere tecnico-tattico. Il Napoli dovrebbe intraprendere una rivoluzione da questo punto di vista: la difesa a tre, gli esterni a tutta fascia, le due punte. In diversi ruoli sarebbe carente e andrebbe raggiunto quindi un equilibrio tra adattamenti e nuovi innesti che darebbero la possibilità al tecnico di far esprimere nel modo migliore i giocatori a disposizione. Il divario nel valore delle individualità si è assottigliato, tra le due squadre, eppure Inzaghi potrebbe compiere il salto di qualità che ricerca proprio sulla panchina del Napoli, dando così inizio ad un nuovo promettente ciclo.

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