Al Corriere: «Mentre le mani bruciavano mi ripetevo: “Resta concentrato, trova un modo di fuggire”. Ho imparato tantissimo su me stesso, sulla vita in generale: sarò per sempre diverso»
Il 29 novembre scorso, Romain Grosjean fu vittima di un terribile incidente. Poco dopo la partenza del gran premio del Bahrain, la sua monoposto andò a sbattere contro il guardrail prendendo fuoco. Grosjean riuscì ad uscire dalle fiamme salvandosi per miracolo. Riportò solo ustioni di lieve entità a mani e caviglie. A dicembre raccontò la sua esperienza in un’intervista a Tf1. Oggi torna a parlarne al Corriere della Sera.
«Scrivania, tastiera, maniglie del frigo, giochi dei bambini: tutto è pieno di crema. Devo metterla ogni due ore, la mano sinistra non è guarita. Sono passati più di quattro mesi, e mi fa male 23 ore su 24. Però non mi lamento, l’incidente mi ha reso migliore».
Tornerà in pista il prossimo 18 aprile. Intanto, dice, la sua vita, dopo l’incidente, è cambiata in meglio.
«Tanto e in meglio. A parte il dolore, ho imparato tantissimo su me stesso, sulla vita in generale: sarò per sempre diverso. Ogni giorno rifletto su chi sono, da dove vengo, sulle cose essenziali, sull’importanza di essere felice. Nove volte su dieci da uno schianto del genere non ne esci vivo, e invece sono qui a parlare con lei. Non è fantastico?».
Dice di sentirsi un po’ un sopravvissuto. L’incidente gli ha insegnato una lezione.
«La tenacia, la resistenza, la freddezza. Lottavo per la vita, per uscire dalla macchina, per sopportare il dolore. Mentre le mani bruciavano mi ripetevo: “Resta concentrato, trova un modo di fuggire”. Ne porto i segni, forse dovrò fare un altro intervento, ma che importa? Posso giocare con i bimbi, guidare, e magari un giorno anche questo dolore sparirà».
Racconta cosa ha pensato in quei terribili istanti.
«A me sembrava un problema matematico da risolvere. Per sopravvivere dovevo mettere insieme i numeri giusti: prima fare la mossa 1, poi la 2 e la 3. E la se 1 non funzionava, provavo a cambiare la sequenza. È difficile da comprendere dall’esterno, ma mi è parso tutto così razionale».
La passione per la matematica gli appartiene.
«Adoro la matematica, volevo fare l’ingegnere aerodinamico».