Repubblica: da noi non si è capito il valore di Ancelotti. Napoli-Juve è il derby della sua incomprensione 

Romagnoli sul tè del tecnico dell'Everton: "è un perfetto istante di atarassia, il capolinea del saggio che ha viaggiato sul treno con presidenti egolatri, calciatori infantili". "Sono scesi tutti, stazione dopo stazione"

ancelotti

Su Repubblica, Gabriele Romagnoli scrive di Ancelotti. Il pretesto è il delicatissimo soffio sul tè caldo. dopo il 5-4 al Tottenham. Quello che abbiamo definito “il manifesto dell’uomo cool“. Romagnoli scrive:

C’è un valore in Ancelotti che da noi non tutti hanno saputo riconoscere. Napoli-Juventus, giocata ieri, è il derby della sua incomprensione. Dirigenze e tifoserie lo lasciarono andar via come se avessero risolto un equivoco. Non avevano capito loro. La fantasia si è lasciata circuire da scatenatori di inferni, arrotolatori di maniche, guevaristi della tabaccheria accanto. Astenersi gentiluomini”.

Oggi “funziona solo chi sbraita”, continua. Paghiamo decenni di talk show e reality.

“Quella di Ancelotti non è indifferenza legata alla soddisfazione marginale decrescente, legge per cui se hai vinto la finale di Champions non puoi entusiasmarti per i quarti di quella che è pur sempre la coppa più antica del mondo”.

Non è nemmeno noia di chi ha visto troppe partite e sa che alla fine c’è chi vince e c’è chi perde.

È un perfetto istante di atarassia, il capolinea del saggio che ha viaggiato sul treno con presidenti egolatri, calciatori infantili e l’ondivaga corale di contorno. Sono scesi tutti, stazione dopo stazione, perché hai fatto il vuoto nella tua mente. Ci sei tu, il lavoro che fai e che ami, le cose che pensi. Questa è la tua vita. La vita è un soffio. Es un soplo la vida, lo cantava Carlos Gardel”.

 

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