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La resa del possesso palla: quell’inutile 82% che al Barcellona è valso 1 punto in due partite col Cadiz

Un punto in due partite contro una neopromossa arroccata in difesa. E’ la fine del tiqui-taca, e di un certo modo di intendere il calcio

Il Barcellona ha pareggiato col Cadiz. Uno a uno, due rigori. Con la stessa formazione naufragata in Champions contro il Psg. Solo che stavolta, contro, avevano una neopromossa che in due partite è riuscita a soffiare alla squadra di Messi la bellezza di 4 punti.

Non è tanto il pareggio, la notizia, che comunque in Spagna hanno accolto come il definitivo canto del Cigno della squadra di Koeman ormai fuori anche dalla lotta per la Liga (terza, a -8 dall’Atletico Madrid capolista e a -5 dal Real). E’ il come.

All’andata il piccolo Cadiz vinse 2-1, con il Barcellona che chiuse il match con una percentuale di possesso palla bulgara: 82,2%. Pur tenendo la palla tra i piedi praticamente sempre erano riusciti a perdere da una squadra arroccatasi nella propria metà campo. Al ritorno? Stessa identica storia: 81,2% di possesso palla, e un misero 1-1. Messi e compagni hanno raccolto in 96′ appena 4 tiri in porta. Quattro. In pratica esercitando una stanchissima e sterile ragnatela di passaggi.

“La squadra blaugrana – scrive La Vanguardia – è stata dominante ma non prepotente, non è riuscita a vincere una partita contro un avversario in trincea, lasciando una sensazione di impotenza. Un pareggio ingiustificabile contro un mediocre Cadiz”.

E’ il tramonto definitivo del tiqui-taca, battezzato nel 2006 con la nazionale spagnola di Aragones, e che ebbe la sua massima espressione al Barcellona di Pep Guardiola, con Pedro, Xavi, Iniesta, Fàbregas e Messi.

Guardiola sta dominando la Premier League con un City rivoluzionario, nel quale i ruoli hanno ormai poco senso e soprattutto non esiste più la dittatura del possesso palla. E Messi è ancora lì, in campo, a battere il rigore dell’1-1 al Cadiz. Dopo aver tenuto la palla tra i piedi, inutilmente, per l’81% del tempo.

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