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I rari sprazzi di volontà rendono ancor più evidente la pochezza del Napoli di Gattuso

Napoli eliminato, inutile 2-1 sul Granada. Allenatore confuso, squadra disorganizzata. Ora sta a De Laurentiis decidere se prolungare l’agonia

I rari sprazzi di volontà rendono ancor più evidente la pochezza del Napoli di Gattuso

Il Napoli di Gattuso è riuscito nell’impresa di farsi eliminare dai modesti spagnoli del Granada. E lo ha fatto dopo aver segnato un gol al terzo minuto. E aver quindi avuto a disposizione la miglior prospettiva possibile. Non è servito. E l’impressione è che nulla sarebbe servito a questo Napoli che sembra una squadra slegata, che entra in campo senza convinzione, che a sprazzi si sforza di andare avanti per forza di inerzia. Ma senza uno straccio di organizzazione tattica.

È finita con l’inutile vittoria per 2-1. Era tutto concluso al 25esimo del primo tempo quando gli spagnoli hanno pareggiato con un colpo di testa di Montoro che è saltato indisturbato nella improvvisata difesa a tre scelta da Gattuso. Il Napoli ha sì colpito una traversa con Insigne ma la verità è che non ha combinato granché neanche dopo il 2-1 di Fabian al 65esimo, eppure di tempo ce ne sarebbe stato. Dal 65esimo alla fine, c’è stato solo un gran colpo di testa di Ghoulam ma si era già nel recupero.

Il Napoli è riuscito a non eliminare la squadra nona in classifica nella Liga, la squadra con la peggior difesa della Liga. Il gol al terzo minuto non serve a nulla se non hai le idee chiare. Se non sai cosa fare. E dire che il Granada ha pure perduto due uomini nel primo tempo per infortunio: Gonalons e Neva.

Dopo il gol lampo, il Napoli è letteralmente sparito dal campo. Ha evidenziato ancora una volta la propria inconsistenza. Per lunghi tratti in maniera francamente imbarazzante. Non si è visto uno straccio di idea, né una visione tattica. Nei momenti migliori, ossia nel secondo tempo dopo il 2-1, a tratti (molto a tratti) un arrembaggio scomposto. Tanta buona volontà che, come detto, ha finito solo con l’evidenziare enormi lacune tattiche.

Al tecnico l’unico alibi che va riconosciuto è quello delle assenze, soprattutto in attacco: Osimhen, Lozano, Mertens (stasera è entrato nella ripresa), Demme, Manolas, Petagna.

Non sappiamo cosa farà De Laurentiis con Gattuso. Possiamo immaginarlo: lo terrà. È una non scelta che regalerà altri di questi spettacoli. Francamente il Napoli è una squadra che oggi non può essere definita tale. Adesso resta l’unica speranza: l’effetto della settimana tipo di lavoro, l’ultima castroneria partorita in città. Ossia, senza Coppe si lavora meglio. È una visione primitiva, che cozza con l’immagine di una squadra che giustamente si vanta di essere in Europa da dieci anni. Ma tant’è.

A noi sembrano saltati tutti i meccanismi. I gol del Napoli sono stati casuali. Gattuso sembra ormai in confusione, come confermato dalla difesa a tre schierata nel primo tempo e poi rinnegata nella ripresa.

A sostenere l’allenatore è rimasto, con un impegno commovente, il fronte giornalistico. Il pre-partita di Sky è stato lunare. Si è parlato del Napoli come se fosse una squadra in lotta su più fronti e a un passo dalla qualificazione in Champions.

La realtà – che a Sky, e non solo, non vogliono guardare – è che il Napoli è fuori dalla Coppa Italia, è stato eliminato dal Granada (il Granada!!!) in Europa League, ha perso la Supercoppa con la Juventus ed è settimo in classifica in campionato. Come possiamo definire un simile bilancio se non disastroso? In questa stagione abbiamo perso 12 partite su 35.

Da tifosi, siamo semplicemente rassegnati. Da giornalisti, torneremo invece sulla narrazione gattusiana da parte di media locali e nazionali. Altro che massacrato, Gattuso è un caso di scuola di distorcimento della realtà.

Ci fermiamo qua. Abbiamo scritto più e più volte che la responsabilità di questo disastro è di De Laurentiis e della sua scelta dissennata di esonerare Ancelotti. Adesso, come sempre, è tutto nelle mani del presidente. Fin qui, De Laurentiis ha sempre fatto capire che vuole proseguire con Gattuso fino a maggio. Che dire? Se ha deciso di prolungare l’agonia, amen.

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