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Weah: «Gattuso? Il mio bimbo. Un ragazzo d’oro. Grande mentalità e amante del bel calcio»

Alla Gazzetta: «Era un distruttore, sì, uno che pressava e aveva la cultura di un calcio fisico perché quello gli chiedevano e quello sapeva fare. Però Gattuso ha sempre amato il bel calcio»  

Weah: «Gattuso? Il mio bimbo. Un ragazzo d’oro. Grande mentalità e amante del bel calcio»

La Gazzetta dello Sport intervista George Weah. Parla del Milan, nel cui exploit ha un grande ruolo Paolo Maldini.

«Paolo è un uomo umile, un gran capitano e un ottimo amico. Può darsi che io sia di parte, ok, però parliamo di una persona con un cuore immenso, e un gran lavoratore. Uno che ispira chi gli sta a fianco, che trasmette fiducia ora come faceva quando giocava, e ovviamente un grande leader per il gruppo, che sa ciò che bisogna fare per raggiungere gli obiettivi. Io non so se il Milan riuscirà a vincere lo scudetto, perché Juventus, Inter e Napoli sono grandi rivali e perché mancano ancora 20 partite e nel calcio le cose cambiano rapidamente. Però non ho dubbi sul fatto che possa lottare fino in fondo».

Il rivale più complicato per il Milan è comunque, per lui, la Juve. Parla anche di Pirlo.

«L’osservavo in campo e vedevo un giocatore intelligente, sveglio e umile, era già un allenatore. Penso che i calciatori che oggi gestisce vedano in lui ciò che era quando giocava: un talento capace di pensare e realizzare cose fuori dalla portata di altri, fattore che genera rispetto e ammirazione. In panchina ha appena cominciato, la Juventus è una realtà ovviamente complessa ed esigente ma ripeto, io ho sempre pensato che questo fosse il suo mestiere».

Il suo ricordo di Gattuso è molto tenero.

«Il mio bimbo, bimbo Gattuso. Un ragazzo d’oro, furbo, sveglio, determinato, con una grande mentalità. Generoso, lottatore, uno che sa ciò che vuole e come prenderselo. E anche un amante del bel calcio: lui era un distruttore, sì, uno che pressava e aveva la cultura di un calcio fisico perché quello gli chiedevano e quello sapeva fare. Però Gattuso ha sempre amato il bel calcio e ha sempre avuto una mentalità vincente, ed è ciò che mi sembra voglia trasmettere alle sue squadre ora che allena».

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