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Tullio De Piscopo: «Con Pino Daniele siamo arrivati ad un pubblico vasto e lo abbiamo educato»

A La Stampa. «Il nostro merito è stato di creare una musica che non era di difficile ascolto ma era istruttiva. Pino Daniele ha descritto Napoli come non ci era mai riuscito nessuno».  

Tullio De Piscopo: «Con Pino Daniele siamo arrivati ad un pubblico vasto e lo abbiamo educato»

Oggi sono sei anni da quando Pino Daniele non c’è più. La Stampa lo ricorda con un’intervista a Tullio De Piscopo che ha condiviso con lui anni di carriera e successi.

Insieme hanno lavorato a Vai mo’, nel 1981.

«È stato un incontro che poteva succedere solo in quel mese, in quell’anno. I provini di Vai mo’, dalle undici di sera alle cinque del mattino, sono stati il primo atto di un album che ha lasciato segni indelebili».

Racconta la gestazione dell’album, il loro incontro, la contaminazione delle opere e delle tendenze musicali.

«Quando ci siamo incontrati è scattata la magia. A partire da Vai mo’ agli album successivi, da Bella ‘mbriana a Common Ground, Pino ha messo al posto giusto le influenze musicali che avevo maturato. La contaminazione nella musica è un aspetto prezioso, perché porta a intrecciare i vari linguaggi per creare qualcosa di bello e nuovo. Il nostro merito è stato di creare una musica che non era di difficile ascolto ma era istruttiva, poiché scaturiva da tanto studio. In questo modo siamo riusciti ad arrivare a un pubblico vasto e ad educarlo allo stesso tempo».

L’eredità più preziosa lasciata da Pino? De Piscopo risponde:

«Pino ha descritto Napoli in una maniera in cui non era mai riuscito nessuno, con tanta ironia e verità. E Napoli ha influito molto nei testi dei suoi brani, a partire dall’avergli offerto un dialetto che, un po’ come l’inglese, è tronco e favorisce la musicalità delle parole. Pensiamo al testo struggente e intimo di una canzone come Sulo pe’ parlà, accompagnata da una melodia che potrebbe essere una ballad jazz suonata da Miles Davis».

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