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Lukaku, perdona i lazzari del populismo azzurro. Il Napolista aprirà un centro di recupero per gli anti-Conte

Le pagelle di Atalanta-Napoli: Politano eroico, Anguissa ovunquista radicato sul territorio. Gli eroi di Bergamo li ricorderemo negli anni

Lukaku, perdona i lazzari del populismo azzurro. Il Napolista aprirà un centro di recupero per gli anti-Conte
Napoli's Italian coach Antonio Conte (C) talks with his players during the Italian Serie A football match between Atalanta and Napoli at Gewiss stadium in Bergamo on January 18, 2025. (Photo by Alberto PIZZOLI / AFP)

Le pagelle di Atalanta-Napoli 2-3, a cura di Fabrizio d’Esposito.

MERET. Gli azzurri di questa sera a Bergamo li ricorderemo nei lustri a venire. Reciteremo i loro nomi a memoria, uno per uno. Gli undici titolari e tre sostituti. In tutto quattordici titani. Più naturalmente l’Uomo Nuovo in panca, il Signor C. che sta predicando la rivoluzione della vittoria permanente. Non c’è esagerazione, né enfasi. È la forza della realtà che s’impone. Il giovane Meret è il primo eroe di stasera, in ordine di formazione. I dettagli: para un tiro di Samardzic e soprattutto, sul due a due, si allunga come Gommaflex e devia con una mano il colpo di testa del belga rinato in terra orobica – 7,5

DI LORENZO. L’Eurocapitano talvolta patisce la velocità nerazzurra, come nel secondo gol dell’Atalanta, ma la destra di stasera, tra lui e Na-Politano, è un magnifico esempio di dedizione perinde ac cavader al verbo contiano – 7

RRAHMANI. La resistenza ai marosi nerazzurri è roba per uomini forti, soprattutto in difesa. Uomini allenati innanzitutto nella testa. Il neocondottiero Amir ha un’applicazione costante, con una sola fatale falla: è lui l’azzurro più vicino al Mateo argentino che ha il tempo di girarsi e segnare l’uno a zero dell’Atalanta – 7

JUAN JESUS. Non è più una novità vederlo giocare bene. Perdipiù è lucido e preciso quando si tratta di impostare. Confermiamo quanto già scritto, stasera a maggior ragione: Giovannino Gesù è la dimensione mistica del contismo, laddove il lavoro trasfigura anche i capri espiatori della maledetta stagione post-Terzo – 7,5

OLIVERA. Stasera anche l’eccesso di prudenza è un valore. E per il rientrante Mati i passaggi all’indietro sono una rassicurante coperta di Linus – 7

McTOMINAY. Nel primo tempo fa mugugnare gli anti-contiani azzurri, ancor più di Lukakone Nostro. Ma Scott il Rosso – che stasera fa un chilometro in più dei dodici soliti – è una delle certezze vigorose della rivoluzione del Signor C. e segna il due a zero con una cagliosa di piatto. Nella parte finale poi, dopo il due a tre, lui e l’ovunquista Zambo annientano il tentativo di reazione dell’Atalanta – 8

LOBOTKA. Il Caro Lobo è decisamente spaesato fino al due a due dei nerazzurri. Il Signor C. medita pure di sostituirlo ma alla fine lui resta in campo e ricomincia a fare Robotka nella fase decisiva della partita, quella in cui il risultato si fissa sul due a tre – 7

ANGUISSA. La terra di mezzo azzurra è un modello per i centristi di ogni tipo, soprattutto in politica. Zambo è un centro ovunquista radicato sul territorio, eccome se radicato, e che quando non segna fa segnare gli altri. Sono suoi i servizi vincenti per il due a due e il due a tre. Della fase finale abbiamo già scritto – 8,5

POLITANO. Eroico: stasera è l’aggettivo più efficace per definire Na-Politano, non solo per il gol, che è il più bello della partita. Nella sofferenza estrema dei marosi orobici nella ripresa, è un difensore stoico e decisivo. Peccato solo per quel rimpallo che favorisce il gol fortunoso dell’Uomo che guarda – 9

MAZZOCCHI dall’82’. Aiuta a sgonfiare la rabbia agonistica dell’Atalanta – 7

LUKAKU. Sii magnanimo Lukakone Nostro: in quest’ora di gloria e di storia grazie al tuo sigillo perdona i lazzari del populismo azzurro, abbi misericordia della loro cecità. Lukakone Nostro è la torre che fa scacco matto – 8

SIMEONE dall’84’. Corre senza mai fermarsi – 7

NERES. Il profeta David è la pietra angolare su cui poggiano due gol: la palla messa in mezzo e poi rimpallata verso Na-Politano e la genialità con cui manda Zambo in area per servire Scott il Rosso – 8,5

SPINAZZOLA. Zio Spina innesca l’azione del terzo gol – 7

CONTE. Il 26 maggio del Ventiquattro il Napoli finiva il campionato al decimo posto, con 53 punti e a 41 punti di distanza dall’Inter campione d’Italia. Sette mesi e mezzo dopo, alla 21esima giornata, gli azzurri sono primi con 50 punti, con 7 punti di vantaggio sulla terza e 13 sulla quarta. La partita di Bergamo è un capolavoro storico di Antonio Conte, senza dimenticare che due mesi e mezzo fa, a novembre, il Napoli perdeva in casa con l’Atalanta col risultato netto di zero a tre. Si potrebbe continuare a oltranza con numeri e confronti statistici, ma qui siamo di fronte a qualcosa di grandioso e di inimmaginabile. Nella settimana dell’addio del Che Kvara, il Napoli vince sul campo più difficile d’Italia esibendo una forza mentale e fisica sovrumana. Per tutto questo, il Signor C. usa la parola di “percorso”, che sta diventando ormai il sinonimo di quella cosa lì. Antonio Conte, lo ripetiamo, è il migliore allenatore dell’era De Laurentiis e gli si perdonano volentieri i peccati veniali da capopopolo. In fondo anche lui si è riscoperto uomo del sud. Un’ultima cosa: il Napolista sta valutando di aprire un centro di recupero per gli anti-contiani, anonimi e no. Le iscrizioni sono aperte – 10

ARBITRO COLOMBO. Talvolta impreciso e frettoloso, ma tutto sommato non fa danni irreversibili – 5

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