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La rosa del Napoli vale 143 milioni, non 587: il valore di mercato non conta

Le valutazioni dei siti specializzati non contano. Conta il fair value. La narrazione basata sulla equazione “valore alto uguale risultato alto” è sbagliata

La rosa del Napoli vale 143 milioni, non 587: il valore di mercato non conta

Se la cantano e se la suonano da soli.

Ma nessuno la ascolta. Soprattutto perché la suonano e la cantano male.

La narrazione corrente del valore delle rose delle squadre di calcio come parametro per immaginare una griglia di potenzialità si basa sull’equazione “più alto il valore, più alte le probabilità di essere vincenti”.

Si tratta di un approccio sbagliato, frutto di valutazioni non reali dettate da incompetenza, speculazioni o, molto spesso, da strumentali prese di posizioni. Soprattutto in una fase economica recessiva come quella che stiamo vivendo che ha fortemente ridimensionato le quotazioni dei calciatori.

Non considerate questa favola come una sacra scrittura e veniamo al punto!

Premessa: la contabilità delle società di calcio (e la redazione dei loro bilanci) è basata, attualmente, sul principio del valore equo o “fair value” che consiste nel misurare beni e passività tenendo conto del loro valore attuale.

Il fair value viene definito come “il corrispettivo al quale una attività può essere scambiata o una passività può essere estinta, tra parti consapevoli e disponibili, in una operazione tra terzi”.

Tradotto: il fair value non è il “valore di mercato”, cioè un prezzo negoziato in uno scambio effettivamente realizzato (90 milioni per Higuain) o semplicemente immaginato-trattato (100 milioni per Koulibaly), bensì il valore stimato (da chi redige il bilancio) come “ragionevole” per una ipotetica transazione di mercato.

Tutto ciò che si realizza in più rispetto a questo valore ragionevole determina una plusvalenza; al contrario ti porti a casa una minusvalenza.

Nel bilancio di una società di calcio, il “parco calciatori” assume un peso importante rappresentando l’asset fondamentale, strategico e di maggior valore. Mediamente il peso del parco calciatori sul totale dell’attivo è del 40%.

Ma come viene valutato nel bilancio un calciatore?

Secondo un valore, nell’ambito appunto dei principi del fair value, definito “Net Book Value” (Valore Netto Contabile), ottenuto come la differenza tra il costo storico di acquisto (il costo del cartellino) e la parte ammortizzata negli anni.

Per calcolare la quota annuale di ammortamento, ovvero come “spalmare” l’utilizzo delle prestazioni e quindi il costo storico in bilancio, occorre effettuare l’operazione di divisione tra il costo del cartellino e gli anni del contratto.

Se, ad esempio, un calciatore è costato 50 milioni di euro ed ha firmato un contratto di prestazione per 5 anni, la quota annuale di ammortamento sarà di 10 milioni di euro (50:5= 10).

Quindi, dopo 3 anni di prestazioni, l’ammortamento sarà uguale a 30 milioni di euro (10+10+10), mentre il valore residuo del calciatore sarà pari a 20 milioni (50-30). E cosa succede se la società decida di allungare il contratto di ulteriori due anni rispetto alla scadenza originale? L’operazione di ammortamento, in tal caso, subirà una modifica, in quanto i restanti 20 milioni dovranno essere spalmati non più sui restanti due anni di contratto, bensì su 4 (2 restanti+ 2 dell’allungamento).

Il successivo calcolo della quota annuale sarà dato da 20/4= 5 milioni.

Semplificando il ragionamento, allungare un contratto permette alle società di spalmare in bilancio quote ridotte, sempre che ne valga la pena sotto l’aspetto tecnico e tenendo presente il contesto economico di riferimento.

Eccoci qua.

Se, infatti, ci limitiamo a guardare l’attuale valore di mercato riportato da transfermarkt.it saremo portati a quotare la rosa del
Napoli per circa 587,5 milioni di euro.

Ma se vogliamo, invece, avere il fair value del parco giocatori dovremmo osservare la voce “diritti pluriennali alle prestazioni calciatori” iscritta nell’attivo dello stato patrimoniale che già è al netto delle quote di ammortamenti.

 

Ebbene nel bilancio al 30 giugno 2019 (ultimo disponibile) sapete quale era il valore di bilancio (net book value) dei calciatori del Napoli?

Solo di 143 milioni di euro!

Ora se pure vogliamo supporre, solo immaginare, sulla base di un calcolo empirico del saldo acquisti/cessioni del 2020 e delle relative quote di ammortamento, una stima ad oggi del net book value del parco calciatori di circa 200 milioni di euro, allora fatemi fare il presidente per un giorno!

Perché se cosi fosse, se cioè domattina vendendo tutti i calciatori si realizzassero 587,5 milioni di euro, il presidente del Napoli (cioè io) non aspetterebbe un secondo ad accompagnarli personalmente all’aeroporto di Capodichino per portare a casa una plusvalenza di almeno 387 milioni di euro (!!!).

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