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L’ultima riserva di mental-coaching è far vedere Gomorra al Napoli

La criminalità organizzata non ha nulla di nobile, ma Gomorra è un’interessante riflessione sulla leadership. I nostri calciatori ne hanno bisogno

L’ultima riserva di mental-coaching è far vedere Gomorra al Napoli

“Vincere fa bene ma se non succede…”

Tutti, calciatori e staff, davanti al televisore durante il ritiro pre-Arsenal.

Ma non per studiare la tattica ed i movimenti dei gunners. Noooo!

Devono vedere tutte le puntate di Gomorra la serie tv divenuta, in determinati contesti, un cult e che da due settimane è di nuovo in prima visione per la quarta serie .

Forse è, la mia è una provocazione (ma non tanto), l’ultima riserva di mental-coaching che ha a disposizione mister Ancelotti per tentare di modificare il pensiero dominante dei calciatori del Napoli che sembra basarsi sull’assioma che “vincere fa bene ma se non succede siamo comunque soddisfatti”.

Lo stesso faccia il capitano del Napoli, Lorenzo Insigne che nelle settimane scorse ha pubblicato sui social un video in cui fa gli auguri a Salvatore Esposito, alias Genny Savastano, per l’esordio di Gomorra 4.

Credo che, visto l’endorsement, sicuramente Insigne abbia guardato le serie precedenti e si stia godendo quella in programma in queste settimane su Sky.

Ho seri dubbi però che abbia consigliato la visione ai compagni di squadra che, considerato quanto manifestato negli ultimi anni (e soprattutto nelle ultime settimane), ameranno sicuramente di più, forse anche perché molto influenzati dal presidente, il filone del cinepanettone a partire da “Vacanze di Natale”.

La mia è una provocazione

Il cinema è da sempre fonte di ispirazione e formazione. Guardare un film può essere la giusta occasione per riflettere sui comportamenti umani, per esplorare situazioni, strategie e modi di vivere. La motivazione è forse da ricercare in una famosa frase pronunciata dal regista Alfred Hitchcock, convinto che alla fine il cinema non fosse altro che “la vita con le parti noiose tagliate”.

Ammettiamolo, davanti allo schermo abbassiamo le difese e ci lasciamo immergere in un mondo in cui in qualche modo ci riconosciamo, siamo spettatori di circostanze che ritroviamo nelle nostre attività quotidiane. Proprio per questo i film, che attraverso il comune uso delle metafore semplificano concetti complessi e si ricordano con facilità, diventano una fonte da cui attingere anche per chi si trova alla guida di un’organizzazione, di un’azienda, di un gruppo, di una squadra.

Quanti leader carismatici ci ricordiamo di aver visto sul grande schermo? Quanti esempi, anche non virtuosi, da cui prendere spunto? Molti.

La mia è una provocazione e suggerisco Gomorra.

Vero è che la criminalità organizzata non ha nulla di nobile, nulla da cui prendere esempio, ma Gomorra comporta comunque un’interessante riflessione sulla leadership. Un leader, anche un leader “negativo” come lo sono i personaggi dei mafia-movie, sa creare buon senso, sa gestire le relazioni interpersonali, sa delegare e sa individuare le priorità. Sa trasmettere determinazione e “cazzimma”. Riesce a farti capire cosa occorre mentalmente per vincere, per distruggere l’avversario.

Jerry Calà al massimo ti fa capire come rimorchiare una bella ragazza.

Ragazzi ora fate le persone mature e dimostrateci che si può’ anche perdere uscendo dal campo come vincenti.

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