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Galli: «Non ci possiamo permettere la riapertura delle scuole»

A La Stampa: «Ogni tipo di assembramento in qualsiasi luogo e con individui di qualsiasi età va rimandato» 

Galli: «Non ci possiamo permettere la riapertura delle scuole»

La Stampa intervista Massimo Galli, professore ordinario di Malattie infettive all’Università Statale di Milano e primario dell’Ospedale Sacco. Invita alla «cautela», perché «senza vaccini siamo esposti a un contagio che galoppa e varia in tutta Europa».

Fondamentale, in questo momento, dice, mantenere le restrizioni in vigore.

«Ogni minima debolezza potrebbe costarci una terza ondata. Già così, con il ritardo dei vaccini, l’inverno, le varianti, e il virus che circola dentro e fuori i confini, è un rischio, se non probabile, certamente possibile».

Il rischio di importazione del virus dall’estero è forte, non si deve abbassare la guardia.

Galli si pronuncia anche sulle scuole. Gli viene chiesto: lascerebbe chiuse le scuole? Questa la sua risposta:

«Al momento è meglio di sì, perché non è vero che non sono un problema, se non altro per i movimenti che generano. Ogni tipo di assembramento in qualsiasi luogo e con individui di qualsiasi età va rimandato. E sia chiaro che da persona qualunque sarei il primo a volere riaprire tutto, ma da infettivologo so che non ce lo possiamo permettere».

Non lascia trapelare troppo ottimismo in merito ai vaccini.

«La speranza è che nel giro di qualche settimana la campagna vaccinale vada a regime, ma se faccio i conti con i ritmi attuali si finirebbe ben oltre il 2021. E ora ci rivolgiamo a medici, infermieri e Rsa, dunque a persone tutto sommato rintracciabili e convinte. Non so cosa accadrà quando si dovrà vaccinare l’Italia intera fuori dagli ospedali, con eventuali ulteriori ritardi delle forniture e il rischio di varianti che costringano a modificare i vaccini».

 

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