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Tavecchio rivuole una poltrona nel calcio: “Faccio ancora paura, ma la mia è una scelta d’amore”

L’ex Presidente della Figc (quello dei “mangiabanane” e della calciatrici “handicappate”) dopo 3 anni si ricandida per la presidenza del Comitato lombardo. E a Repubblica dice: “Mi hanno pregato”

Tavecchio rivuole una poltrona nel calcio: “Faccio ancora paura, ma la mia è una scelta d’amore”

Carlo Tavecchio, tre anni dopo. Il Presidente della Figc della sconfitta con la Svezia che escluse l’Italia dai Mondiali di Russia, l’uomo dei “mangiabanane” e delle calciatrici “handicappate”. Sperava di tornare nel calcio con meno scalpore, ora che ha vinto un ricorso al Tribunale federale e si candiderà alla presidenza del Comitato Lombardo, proprio da dove partì la sua scalata alla Lega Nazionale Dilettanti prima e poi alla Federcalcio. Torna, Tavecchio, col solito mantra dell’italiano innocente oggetto di una congiura: “non pensavo che Tavecchio potesse fare ancora paura”.

Lo fa in un’intervista a Repubblica nella quale Tavecchio – anche questo è un classico – dice che “i vari consiglieri regionali mi hanno pregato di riprendere in mano la situazione”, e che lui torna “per amore”, “ma un minuto dopo la mia decisione si sono aperte le cateratte”…

Tavecchio si riferisce alle dimissioni dei 9 consiglieri regionali della Lombardia che avevano portato la Lega Dilettanti a nominare un reggente con lo stop alle elezioni, prima che il tribunale federale desse ragione a lui. Ma Tavecchio è sempre Tavecchio, e rilancia: “I nove consiglieri non hanno capito che il problema non era umanitario, perché il presidente del Comitato regionale ha un’indisponibilità. Ma che la regia era altrove”.

Torna ovviamente sul 13 novembre del 2017: Italia fuori dai Mondiali e dimissioni.

“La mia sfortuna è stata la mia filosofia brianzola: se avessi tenuto Conte, pagando di più, penso che avrei ottenuto tante cose. Ma non era nel mio stile passare da una cifra consistente a un’altra. E quindi non potevo pensare di mantenere questo tipo di rapporto, anche se avevo ottenuto un grosso importo dalla Puma per provare a tenere Conte. Prima di Ventura chiamai Capello, era lui la mia prima scelta. Ma con gentilezza e stile mi fece capire che non faceva per lui. La seconda scelta fu Donadoni, la terza il duo Ventura-Lippi, ma quando furono sollevati dubbi di compatibilità per il figlio procuratore, Lippi rinunciò. Tutto questo percorso però fu fatto con il placet del presidente del Coni Malagò. Poi, quando la barca non va bene scendono tutti”.

Poi ammette: sta facendo un pensierino anche a rientrare in Consiglio federale… “Eh. Il Consiglio federale è sempre un’opportunità, se chi vi siede lo fa disinteressatamente. Certo, si potrebbe vedere, perché no?”.

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