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Senza Osimhen, la media punti del Napoli si è ridotta di oltre il 40%

Senza di lui la media punti è scesa da 2,5 a partita a 1,4. È l’unico, con Lozano, a dare verticalità alla manovra che altrimenti torna asfittica

Senza Osimhen, la media punti del Napoli si è ridotta di oltre il 40%

Cinquanta giorni senza Victor Osimhen. E si sentono tutti. Li sente il Napoli. Maledettamente. Ben più della miastenia che affligge Gattuso e che adesso la narrazione pone alla base del calo di rendimento degli azzurri. Una ipotesi che a nostro avviso non è giusta per lo stesso allenatore che non può essere relegato al ruolo di sergente maggiore Hartman o di motivatore. Gattuso spesso si presta a questa retorica populistica ma siamo certi che in cuor suo non vi aderisca. Purtroppo per lui finché non ne prenderà ufficialmente le distanze, ne sarà sempre perseguitato.

Torniamo a Osimhen e al suo infortunio alla spalla patito in una gara di qualificazione per la Coppa d’Africa. L’attaccante nigeriano ha cambiato il ritmo e il modo di giocare del Napoli di Gattuso. Lo ha reso verticale. Ha mandato in soffitta quel tocca-a-me-tocca-a-te che spesso ha contraddistinto le prestazioni della squadra e che lui ha spazzato via con quel secondo tempo a Parma.

È stato Osimhen a far rendere conto a tutti quanto fosse obsoleto e fuori tempo il 4-3-3 e l’ostinazione nel riproporlo. Mentre nel resto d’Europa il calcio è diventato verticale, con attacco della profondità, il Napoli ha continuato a vivere in questa sospensione temporale come se nulla fosse accaduto.

Poi, è entrato lui. A Parma gli sono bastati 29 minuti per far capire che tipo di giocatore fosse. La vittoria per 2-0 è arrivata dopo un primo tempo soporifero. Lui è stato grande protagonista nel secondo tempo, insieme con Lozano. Poi gli azzurri hanno sommerso per 6-0 il Genoa debilitato dal Covid-19. E quindi la partita che al momento resta la più bella della gestione del tecnico calabrese: il 4-1 all’Atalanta. Una prestazione scintillante, la squadra di Gasperini annichilita proprio sul proprio terreno: quello dell’intensità. E Osimhen non solo ha segnato una rete ma è stato fondamentale nello scardinare la difesa bergamasca. È sembrato marziano. Non sapevano come fermarlo.

Dopo Parma, in campionato Gattuso non lo ha più tolto dalla formazione iniziale. Ci sono stati i successi a Benevento e a Bologna con un suo gol di testa. In mezzo, l’unica sconfitta in Serie A con Osimhen in campo: quella contro il Sassuolo. In quell’occasione ha avuto anche una clamorosa chance nel primo tempo, sullo 0-0, che ha sprecato consentendo a Consigli di recuperare la posizione.

In sei partite giocate in Serie A dal Napoli con Osimhen, le vittorie sono state cinque con una sconfitta. Quindici punti in sei partite, una media di 2,5 punti a partita.

Senza di lui, il Napoli ha perso tre partite: contro il Milan, l’Inter e la Lazio. Più lo sconfortante pareggio interno contro il Torino, evitato in pieno recupero grazie a una prodezza di Insigne. Tre le vittorie del Napoli senza il nigeriano in attacco: contro Roma, Crotone e Sampdoria. Senza Osimhen, il Napoli ha giocato sette partite e totalizzato dieci punti. Una media punti di 1.4: quasi la metà rispetto a quella (2,5) con l’attaccante ex Lille in campo.

La sua presenza è già fondamentale. È diventato un punto di riferimento insostituibile per l’attacco azzurro anche perché è l’unico – insieme con Lozano – a garantire alla squadra la verticalità che altrimenti sarebbe impossibile per una squadra che ha chiesto di tornare al calcio orizzontale. Non a caso senza Osimhen l’unico che ha tenuto su la baracca è stato Lozano, con le sporadiche partecipazioni di Insigne.

Osimhen è atteso a Napoli prima della fine dell’anno. Non dovrebbe essere in campo il 3 gennaio a Cagliari ma potrebbe essere convocato per la successiva gara contro lo Spezia. E il Napoli potrebbe finalmente rimettersi in carreggiata.

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