ilNapolista

Raiola: «Maradona è l’unica cosa che la Juve non è riuscita a comprare dal Napoli»

A Tuttosport: «Diego ha dato ai napoletani orgoglio, non facendoli più sentire asini. Quando non riesco a sbloccare una trattativa mi affido alla filosofia. Ho ancora molto da fare nel calcio, anche battermi contro la FIFA» 

Raiola: «Maradona è l’unica cosa che la Juve non è riuscita a comprare dal Napoli»

Su Tuttosport una lunga intervista al procuratore Mino Raiola. Tantissimi i temi trattati, compreso Maradona.

«Se ripenso a Maradona mi vengono in mente i miei zii e i tempi in cui ero un ragazzino e lavoravo nel loro ristorante in Olanda. Quando il Milan di Sacchi, che era la squadra per cui tifavano tutti gli olandesi, batteva il Napoli di Maradona, tanti clienti si presentavano al locale e dicevano: “Abbiamo vinto”. E i miei zii, super tifosi del Napoli e di Maradona, replicavano: “Noi chi?”. È stato un grandissimo così com’era. Mi danno fastidio quelli che vogliono togliere l’uomo dall’atleta. Maradona è l’unica cosa che la Juventus non è riuscita a comprare dal Napoli. Diego ha dato molto più che due scudetti al Napoli: ha dato loro orgoglio, non facendoli più sentire asini».

Raiola racconta a cosa si affida quando non riesce a sbloccare una trattativa importante:

«Mi affido alla filosofia, la mia grande passione. C’è una frase di Søren Kierkegaard che ripeto spesso ai dirigenti: “La vita si può capire solo guardando all’indietro, ma va vissuta guardando in avanti”».

Ha mai pensato di mollare il calcio? Gli viene chiesto. Risponde:

«No, perché ho ancora molto da fare nel calcio, come battermi per i miei calciatori, su tutti i fronti, e questo vuole anche dire battermi contro la FIFA. Negli anni sono cambiati i dirigenti, ma non è cambiato nulla. Se ne sono viste di tutti i colori. Alti maggiorenti arrestati. Accuse di corruzione. Interrogatori di polizia. Avvisi di garanzia e chi più ne ha più ne metta. Ma poi io dico: che cosa fa la FIFA per i giocatori? Nulla. E visto che l’industria del calcio la portano avanti i calciatori, i protagonisti in campo e non i dirigenti nella cosiddetta stanza dei bottoni di Zurigo, perché non cancelliamo questo ente ormai anacronistico? Fra l’altro alcune società sono quotate in Borsa, non può essere certo la FIFA a dire come far funzionare le cose o, peggio, instaurare il salary cap. È evidente che il sistema dei trasferimenti non sia più come vorrebbe la FIFA e i giocatori prenderanno le loro posizioni. Com’è possibile mettere un tetto al talento? Sarebbe come imporre un limite per le quotazioni dei dipinti di Leonardo da Vinci o Rembrandt. Cosa pretende la FIFA da noi? Perché tagliare le commissioni? Se chiedi ai giocatori cosa vogliono, loro vogliono gli agenti, che li rappresentino e lottino per i loro interessi. Noi cercheremo fino all’ultimo minuto di risolvere la questione, ma posso ribadire fermamente che, se sarà necessario, ricorreremo in tutti i tribunali del mondo e a tutti i livelli. I tempi per fortuna stanno cambiando ed entro un decennio la FIFA non esisterà più».

 

ilnapolista © riproduzione riservata